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Condotta e sospensioni: con 5 si boccia, con 6 si è rimandati a settembre – IL PUNTO

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Dopo l’approvazione della legge 150 del 2024, il governo ha varato due nuovi Decreti del Presidente della Repubblica, frutto di un ampio confronto con studenti, famiglie e con il parere positivo del Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi). Ad annunciali è stato proprio il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante la conferenza stampa dopo il consiglio dei Ministri di mercoledì 30 aprile.

La novità più significativa riguarda la valutazione del comportamento nella scuola secondaria di secondo grado. D’ora in avanti, un 5 in condotta comporterà la bocciatura, anche in presenza di voti sufficienti nelle altre materie. Stessa sorte per i comportamenti gravi e reiterati, come episodi di bullismo, violenze o aggressioni verso docenti e compagni.

Ma anche un 6 in condotta non sarà più un semplice “campanello d’allarme”: scatterà il rinvio a settembre, con l’obbligo di elaborare un testo critico su temi legati alla cittadinanza attiva, collegati alla motivazione del voto. Solo chi supererà questa prova potrà accedere alla classe successiva.

Il nuovo impianto disciplina anche il voto in condotta nella scuola secondaria di primo grado, dove ora “fa media” e può incidere sull’ammissione alla classe successiva. Alla maturità, invece, il voto in comportamento peserà sui crediti scolastici: il punteggio massimo sarà riservato solo agli studenti con almeno 9 in condotta.

Stop alle sospensioni “a casa”: più scuola, non meno

Cambia anche il regime delle sospensioni, attraverso la revisione dello Statuto delle studentesse e degli studenti. “Chi sbaglia, non va escluso, ma responsabilizzato”, ha spiegato il ministro Valditara. Le sospensioni fino a 15 giorni non significheranno più restare a casa: al contrario, gli studenti coinvolti dovranno partecipare ad attività di cittadinanza solidale, legate al Piano triennale dell’offerta formativa.

In caso di sospensioni brevi (fino a due giorni), sono previste attività di approfondimento educativo decise dal consiglio di classe. Per gli allontanamenti più lunghi, gli Uffici scolastici regionali individueranno enti o associazioni dove svolgere le attività riparative.

Docenti e dirigenti scolastici aggrediti, si prevede l’arresto in flagranza di reato

Durante la conferenza stampa si è parlato anche di aggressione verso il personale scolastico.

Ecco le parole del ministro durante la conferenza stampa sul provvedimento che riguarda le aggressioni al personale scolastico: “Per quanto riguarda il secondo provvedimento si prevede l’arresto obbligatorio in flagranza di reato in caso di lesioni personali a docenti e dirigenti scolastici, non mere aggressioni verbali. Si prevede un aggravamento delle pene per lesioni al personale; ad esempio si passa per le lesioni lievi da sei mesi a tre anni fino a due anni a cinque anni. Perché questa norma? Il personale scolastico è quello più toccato da aggressioni. Sono soprattutto i genitori che picchiano. Un insegnante, un dirigente scolastico, non si tocca. Posso anche aggiungere che la funzione delicata e importante dell’educatore deve essere preservata. L’obiettivo primario è condizioni di serenità per i nostri figli. L’arresto in flagranza non si estende ai minori”.

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