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Conferenza nazionale sugli apprendimenti di base

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Sul sito internet del Miur si possono consultare le conclusioni dei vari gruppi di lavoro che hanno preso parte alla Conferenza nazionale sugli apprendimenti di base, che si è svolta a Roma il 9 e 10 febbraio scorsi ed è stata indetta soprattutto per analizzare i risultati, complessivamente non brillanti, relativi agli alunni italiani nell’indagine internazionale denominata "Pisa 2003", promossa dall’Ocse, il cui principale ambito di valutazione è stata la matematica. Risultati che comunque sono pubblici da circa due mesi.

Durante la Conferenza, il ministro Letizia Moratti ha illustrato un piano d’azione, in dieci punti, che si prefigge di accrescere le competenze degli studenti in italiano, matematica e scienze, cioè le tre discipline oggetto dell’indagine P.I.S.A. (Programme for International Student Assessment) in questi anni: le rilevazioni del 2000 e del 2003 si sono occupate, rispettivamente, del livello di conoscenze e abilità degli studenti quindicenni in lingua madre (con particolare riferimento alla lettura) e in matematica; per l’indagine Pisa 2006 sarà invece scienze la disciplina oggetto di attenzione.
Tra le strategie di miglioramento della qualità complessiva degli apprendimenti, il Ministro dell’Istruzione ha individuato le seguenti azioni:

"Dare priorità all’interno dei piani di studio personalizzati (utilizzo delle ore opzionali obbligatorie/facoltative) al recupero e sviluppo (LARSA) delle competenze in italiano, matematica e scienze. Questo per consentire sia l’innalzamento dei livelli minimi sia per sviluppare l’eccellenza. Maggiore rigore nella verifica delle conoscenze e abilità realmente possedute dagli studenti durante e alla fine dei periodi didattici, in relazione ai livelli attesi per età e classe frequentata. Incentivazione delle attività laboratoriali, come indispensabile modalità di apprendimento in situazione. Utilizzo più diffuso degli strumenti didattici multimediali interattivi, per stimolare la curiosità e il desiderio di conoscenza degli studenti. Le migliori pratiche ci indicano che una sicura qualificazione della didattica degli insegnamenti linguistici, matematici e scientifici proviene dall’attuazione di un rapporto sistematico tra scuola e università. Allo stesso modo, non va trascurato che gli studenti vengano stimolati a validi apprendimenti anche attraverso attività di educazione informale e non formale di italiano, matematica e scienze. Ci si riferisce ai pacchetti formativi del sistema delle biblioteche, dei musei, delle imprese, delle associazioni ambientali, delle amministrazioni territoriali che mirano a generare nei giovani comportamenti ‘colti’, attraverso modalità diverse da quelle scolastiche, ma certamente coerenti con le finalità educative. I piani dell’offerta formativa (Pof), nella valorizzazione più ampia possibile delle autonomie scolastiche, dovranno arricchirsi di queste occasioni di apprendimento ed invitare il maggior numero possibile di studenti ad aderirvi".

Dalle rilevazioni emergono particolari difficoltà in alcuni ordini di scuola e in determinate aree geografiche. Per la Moratti "occorre ridurre il gap tra i risultati delle scuole, monitorando costantemente gli apprendimenti in ingresso ed in uscita in italiano, matematica e scienze, nelle aree e negli ordini di scuola (secondaria di 1° grado e istituti professionali) di maggiore sofferenza".

In queste aree, pertanto, devono essere potenziate le attività di "personalizzazione e di orientamento e ri-orientamento continuo", per prevenire e recuperare gli insuccessi. Può senz’altro essere utile che gli Uffici scolastici regionali favoriscano scambi di "buone pratiche".