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Cortei contro il decreto sui vaccini

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Se il decreto potrebbe arrivare fra lunedì e martedì in Gazzetta Ufficiale, le proteste invece sono già arrivate: da Milano a Catania contro il provvedimento che reintroduce l’obbligo di vaccinazione per le iscrizioni a scuola.

Alle proteste per la libertà di scelta vaccinale nei singoli comuni se ne aggiungerà una nazionale nel pomeriggio di domenica 11 giugno a Roma, in nome dell’Art 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. 

Alla manifestazione nazionale per la libertà di scelta vaccinale si aggiungerà un presidio permanente sotto la sede del Ministero della Salute. “Credo che siano manifestazioni assolutamente legittime, frutto del fatto che la gente si occupa della questione, e questo è bellissimo, però sono profondamente sbagliate. Perché non sono un modo di rispondere ai requisiti di urgenza ed emergenza che abbiamo”, ha commentato il presidente dell’Istituto superiore di sanità a margine di un incontro al Festival dell’economia a Trento.

 

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I vaccini diventati obbligatori sono quelli contro difterite, poliomelite, tetano, epatite B, pertosse, meningococco B, meningococco C, morbillo, rosolia, parotite, varicella, Aemophilus influenzae.

Il nuovo piano vaccinale varato solo 4 mesi fa inseriva già tutti e 12 i vaccini in questione tra i livelli essenziali di assistenza ma alcuni di questi (il meningococco b e la varicella) diventavano automaticamente gratuiti in tutte le regioni solo per i nati nel 2017.

Ora ogni regione e le singole Asl dovranno organizzarsi per far fronte a tutte le somministrazioni, in mancanza delle quali, i bambini da zero a 6 anni non potranno iscriversi a nidi o scuole materne (né pubbliche né private), mentre le famiglie dai 6 ai 16 anni rischiano sanzioni economiche che vanno da 500 a 7.500 euro.