Home Archivio storico 1998-2013 Estero Crisi, anche negli Stati Uniti saltano 14mila insegnanti

Crisi, anche negli Stati Uniti saltano 14mila insegnanti

CONDIVIDI
C’è anche l’istruzione nel piano di riduzione di spese previsto dalla Casa Bianca che entreranno in vigore venerdì prossimo, 1 marzo. Il governo federale ridurrà il sostegno alle scuole per un’entità pari allo stipendio di 10.000 insegnanti e di 7.200 insegnanti di sostegno. Circa 70.000 bambini con meno di cinque anni non parteciperanno al Programma di scolarizzazione ‘Head Start’, a fronte della soppressione di altri 14.000 posti da insegnante.
Secondo la Casa Bianca il freddo piano di ridimensionamento dell’istruzione, pubblicato all’interno di un rapporto dettagliato, Stato per Stato, assieme a diverse altre “voci”, sarà inevitabile. A meno che il Congresso non riuscirà a trovare un accordo per la riduzione del deficit americano. Si tratta di tagli da 85 miliardi di dollari, che imporranno a tutti i ministeri una riduzione del 5% delle loro spese, ad eccezione della Difesa per cui sarà pari all’8%.
Tagli sono previsti anche per la ricerca, per la quale si prevede la sospensione o cancellazione dei progetti finanziati con fondi federali, compresi quelli su malattie gravi e nuove cure. I tagli colpiranno anche la Food and Drug Administration, portando a ritardi nell’approvazione di nuovi farmaci; sono circa 12.000 gli scienziati e gli studenti colpiti.
Non è esente dalla riduzione di spese il comparto della Difesa: circa 800.000 dipendenti civili del Dipartimento saranno sospesi dal lavoro un giorno alla settimana e il loro salario sarà ridotto del 20% a partire dalla fine di aprile. La Marina ridurrà il numero di giorni in mare delle sue navi del 30-35% e il dispiegamento di una seconda portaerei nel Golfo è stata cancellata. Il bilancio per le spese di manutenzione di basi e attrezzature militari verrà ridotto, costringendo alla revoca di alcuni contratti con subappaltatori. I militari, al contrario, non avranno alcuna riduzione di stipendio.
Tagli, inoltre, si avranno nell’ambito degli aeroporti (il tempo medio di attesa per i passeggeri in arrivo negli Stati Uniti, per il disbrigo delle formalità sull’immigrazione, aumentarà dal 30 al 50% nei principali aeroporti e potrebbe superare le quattro ore durante le ore di punta nei grandi scali di New York, Chicago e Los Angeles), dell’alimentazione (la Food and Drug Administration dovrà tagliare 2.100 controlli alimentari, con il rischio che aumentino malattie causate dall’alimentazione e che si perdano milioni di dollari nella produzione) e di parchi nazionali (molti dei 398 siti del paese saranno parzialmente o completamente chiusi, portando così a un crollo del turismo e delle entrate per le comunità legate a queste realtà).
Il 24 febbraio un consigliere del Presidente Barack Obama, Dan Pfeiffer, è tornato ad accusare i repubblicani al Congresso, dichiarando alla stampa che i tagli “entreranno in vigore perchè i repubblicani hanno scelto di farli entrare in vigore”. Mentre, “con un po’ di compromesso e di buon senso, si potrebbero evitare”. Da parte sua, il repubblicano John McCain ha invitato il Presidente a guidare il negoziato: “Il Presidente deve convocarci da qualche parte, a Camp David, alla Casa Bianca, non importa dove, perchè bisogna evitare questi tagli”. Che invece, visti i tempi ridotti, hanno alte possibilità di diventare attivi.