Home Attualità Dalle famiglie d’arte alle Accademie teatrali: come si diventa attore

Dalle famiglie d’arte alle Accademie teatrali: come si diventa attore

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Fino al 1936 circa, il teatro era rappresentato dalle cosiddette “famiglie d’arte”, perché la professione si protraeva e tramandava da genitori in figlio. Dette anche “compagnie di giro”, questi gruppi di attori girovaghi su carrozzoni, colmi pure di scene e costumi, giravano città e paesi per rappresentare l’arte sacra del teatro, portando sulla scena le novità che per lo più venivano dall’estero, dal momento che i grandi drammaturghi italiani erano pochi e non all’altezza di quelli francesi o tedeschi. 

Dirette dal capocomico[1], universalmente riconosciuto dalla compagnia, al suo interno spesso contavano più famiglie che magari fra di loro si sposavano o si univano in qualche modo, lungo i camminamenti della loro professione, ingrandendo così il numero dei componenti e magari poi dividendosi e quindi ricomponendosi, o ingrossando altri gruppi di comici, e dai quali spesso usciva il grande attore, il mattatore grande, come Gustavo  Modena o le divine come Adelaide Ristori o Eleonora Duse. Infatti, il teatro italiano dell’800, più che per i drammaturghi viene ricordato per gli attori, grandiosi. 

Tutto questo avveniva appunto, fino a quando, Silvio D’Amico non fonda la sua Accademia di arte drammatica, anche perché col tempo questa grandi famiglie d’arte andavano sfaldandosi e già ai primi del 900 erano sulla via della scomparsa definitiva, sia per l’apparire del cinema, e dunque a seguito dell’apertura di miglia di sale di proiezione, sia per le difficoltà che questa famiglie ormai incontravano nel loro vagare da un paese all’altro e da una regione all’altra; nello stesso tempo furono tanti gli attorio che, solleticati dal maggiore guadagno che la cinepresa offriva e da una più repentina notorietà, lasciarono le scene per il cinema e dunque il carrozzone per una sede stabile. Innanzitutto stabilendosi a Torino, dove il cinema italiano nacque, e poi a Roma, dove Mussolini volle fondare Cinecittà, nel 1930, nella convinzione di farne una fonte di propaganda al suo regime.

E oggi, come si fa a diventare attore o attrice teatrali?

L’abbiamo già accennato: tramite le scuole di arte drammatica, perché al di là del talento personale, per poter essere bravi attori, occorre una preparazione di qualità. 

Ma soprattutto occorre talento, percepibile se si ha interesse nei confronti del teatro, del cinema o di altre forme di spettacolo, se si ha memoria, se si è capaci di comunicare e improvvisare, se si è bravi a interpretare personaggi diversi, entrando nei loro panni, alla stessa stregua dello stregone nel rito Voodoo.

Tra le migliori scuole di teatro, vengono segnalate: 

  • Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico (Roma).
  • Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi (Milano).
  • Centro Sperimentale di Cinematografia (Milano).
  • Scuola del Teatro alla Scala (Milano).
  • Scuola di Teatro Luca Ronconi (Milano).
  • Scuola di Teatro Alessandra Galante Garrone (Bologna).
  • Shakespeare Theatre Academy (Palermo).

[1] A tale scopo e per un migliore approccio al tema delle famiglie d’arte, si fa riferimento al nostro saggio, “Da Pasquale a Giorgio Almirante. Storia di una famiglia d’arte”, Venezia, Marsilio, 2024 (2)