
Tutti i Ministeri dei Paesi Membri si preparano a dettare o a revisionare legge circa l’adozione dei ban ai dispositivi elettronici non autorizzati in classe. Ciò potrebbe prevedere non solo misure più salate con rispettive sanzioni disciplinari per gli interessati, ma anche il ritiro dei dispositivi all’inizio delle lezioni per poi riconsegnarli alla fine delle stesse. Si discute inoltre sul ruolo educativo di tali misure e si auspica una collaborazione sempre più attiva delle famiglie, che in alcuni casi abbandonano i propri figli e figlie dinanzi agli schermi dei proprio smartphone per numerose ore al giorno. Oltre Atlantico alcune ricerche sostengono che i ban abbiano un impatto limitato sul rendimento scolastico, ovvero che non comportino alcuna variazione significativa in materia di valutazioni e competenze acquisite. In Danimarca è stato sviluppato un approccio in grado non solo di interessare il rendimento, ma di favorire il benessere scolastico nella sua integrità. Anche l’UE lo ha accolto come ipotesi di modello comunitario.
Il successo inaspettato
L’intera Europa dovrebbe seguire l’esempio della Danimarca vietando l’uso dei telefoni cellulari nelle scuole per impedire che i giovani siano “colonizzati dalle piattaforme digitali”. Lo ha affermato il presidente della commissione per il benessere del paese. Secondo Rasmus Meyer, a capo della commissione governativa incaricata di studiare il crescente malessere tra bambini e adolescenti, eliminare i telefoni dalle scuole offre ai giovani una “pausa” dalla vita online, aiutandoli a sviluppare la capacità di far parte di comunità analogiche e migliorare la loro attenzione. Il rapporto della commissione, pubblicato il mese scorso, ha lanciato l’allarme sulla crescente digitalizzazione della vita dei più giovani. Tra le 35 raccomandazioni proposte, una prevede una modifica legislativa per vietare l’uso degli smartphone nelle scuole e nei doposcuola, un provvedimento che il governo ha annunciato di voler applicare a tutte le folkeskole (scuole primarie e secondarie inferiori). Inoltre, la commissione suggerisce che i bambini sotto i 13 anni non dovrebbero possedere uno smartphone o un tablet personale.
Un’introduzione europea
In un’intervista al Guardian, Rasmus Meyer ha dichiarato che tutti i paesi europei dovrebbero vietare i telefoni cellulari nelle scuole e ha sollecitato una regolamentazione a livello dell’UE. Ha aggiunto: “E se tra cinque anni scoprissimo che era meglio con i telefoni, potremmo reintrodurli. Ma non credo che sarà così.” Le scuole dovrebbero essere libere dai telefoni “per offrire ai giovani una pausa dalla vita online, insegnare loro a far parte di comunità analogiche e sviluppare la capacità di attenzione… È anche un modo per proteggere le scuole e riconoscerle come istituzioni fondamentali della nostra società, che non dovrebbero essere colonizzate dalle piattaforme digitali.” Meyer ha sottolineato che i bambini privi di telefoni a scuola hanno una maggiore capacità di concentrazione, interagiscono meglio tra loro e sono più silenziosi durante le lezioni. Si spera inoltre che trascorrere del tempo insieme senza telefoni a scuola possa aiutarli a socializzare più facilmente anche al di fuori dell’ambiente scolastico. “Questi cambiamenti sono avvenuti così rapidamente che, come società, siamo rimasti indietro.
Questo è il nostro tentativo di anticipare gli sviluppi e contrastare la digitalizzazione commerciale della vita dei bambini.” “Si può vedere come una forma di resistenza o come un modo per proteggere l’infanzia da tecnologie che hanno dimostrato di danneggiare l’autostima e l’attenzione di molti ragazzi.” La commissione ha rilevato che il 94% dei giovani in Danimarca possiede un profilo sui social media prima dei 13 anni, nonostante questa sia l’età minima richiesta da molte piattaforme. Inoltre, i bambini tra i 9 e i 14 anni trascorrono in media tre ore al giorno su TikTok e YouTube. Nonostante la chiara correlazione tra l’uso degli smartphone e problemi come la scarsa attenzione e la bassa autostima, molti studenti in Danimarca e in tutta Europa possono ancora portarli a scuola. Nel Regno Unito studi del Ministero dell’Istruzione hanno inoltre confermato, a scredito della tesi danese, la non correlazione tra buona condotta, rendimento ed utilizzo dei dispositivi.