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DdL, tre giorni di protesta davanti alla Camera: “Renzi stai sereno, non molleremo”

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Si sono presentati davanti alla Camera con una lavagna, simile a quella utilizzata qualche giorno fa dal premier Renzi nel corso di un video-messaggio sulla riforma, i manifestanti contro il ddl 2994 sulla Buona Scuola, in via di approvazione proprio a Montecitorio. Come preannunciato nello scorso week end, l’iniziativa è stata voluta da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda proseguirà anche martedì 19 maggio. E pure il giorno dopo, quando è atteso il sì finale al provvedimento.

Assieme a docenti, Ata e sindacalisti, che per l’occasione hanno coniato lo slogan “Riformiamo la scuola ma riformiamola insieme”, si sono presentati in piazza anche alcuni deputati del Movimento Cinque Stelle: “in Aula il dibattito è soffocato – ha spiegato la ‘grillina’ Simone Valente – e i tempi sono contingentati. Il M5S ha ancora 18 minuti a disposizione per intervenire sugli articoli ancora da esaminare. Pensiamo che prima di tutto si debbano mobilitare i cittadini in difesa della scuola pubblica. Per questo li sosteniamo e lo faremo anche domani perché questo provvedimento venga ritirato”. 

 

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Tra i manifestanti, c’era anche qualche democratico del Pd che si oppone al ddl Renzi-Giannini, tra cui sembra anche l’ex ministro dell’Economia Stefano Fassina (che nei giorni scorsi ha dichiarato di voler lasciare il partito di maggioranza qualora il ddl non venga radicalmente cambiato): “sono importanti le mobilitazioni, non bisogna rassegnarsi – ha detto Fassina – c’è anche il passaggio al Senato dove ripresenteremo gli emendamenti contro il potere ai presidi di chiamare gli insegnanti e per un piano di assunzioni dei precari e per cancellare le nuove norme sul 5 per mille. Oggi alcuni di noi in Aula hanno chiesto le dimissioni del ministro Giannini perchè è inaccettabile che continui a offendere gli insegnanti dopo il grande sciopero della settimana scorsa”.

I manifestanti hanno parlato anche con Nicola Fratoianni di Sel. In piazza sventolano le bandiere di Cgil Cisl, Uil, Gilda e Snals. “Il 18, il 19 e il 20 faremo nuove mobilitazioni contro il ddl scuola – ha annunciato una studentessa – chiediamo di procedere con il blocco degli scrutini, saremo al fianco degli insegnanti”.

“A parlare – ha scritto Tmnews – sono soprattutto i professori, uno di loro sale sul palco e attacca il “governo antidemocratico” di Renzi che ormai “si relaziona con una indistinta massa generica di sudditi: questo è il senso del video di Renzi, non c’era bisogno di mandarci una mail le nostre opinioni le sapeva già”. Ma ci sono critiche anche nei confronti delle forze di opposizione: “I parlamentari dovevano fare ostruzionismo non ci interessano gli emendamenti di Fassina o di altri, dovevano sfiduciare il governo, questo governo va mandato a casa, noi lo abbiamo sfiduciato con la piazza e con lo sciopero, dobbiamo farci sentire e riempire questa piazza fra due giorni” quando ci sarà il voto finale sul ddl: “chiudiamo le scuole e veniamo qui a farci sentire e visto che hanno paura dello sciopero degli scrutini è quello che dobbiamo fare, insieme ai genitori e agli studenti. Poi dobbiamo chiedere lo sciopero generale a tutti i sindacati contro questo governo”. Lo slogan è ‘Renzi stai sereno, non molleremo'”.

Per mercoledì, quando a metà giornata prenderanno il via i voti per il sì definitivo della Camera sul provvedimento di riforma, sempre i sindacati maggiori della scuola hanno organizzati un’assemblea pubblica di tutti i lavoratori della scuola di Roma e del Lazio, che potranno usufruire di tre ore di permesso sindacale corrispondenti alle prime tre ore di lezione: un tentativo evidente per portare più lavoratori possibili a gridare il dissenso contro il via libera al ddl da parte del primo ramo del Parlamento.

 

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