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DdL, in nessun Paese europeo gli studenti intervengono sugli stipendi dei loro prof

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Ancora un duro intervento di Massimo Di Menna, segretario generale Uil Scuola contro la politica meritocratica del Governo, che per valutare gli insegnanti più bravi vorrebbe introdurre, tramite il ddl ‘La Buona Scuola’, una commissione giudicante per ogni istituto a supporto del dirigente scolastico. Ma stavolta a far infuriare il leader della Uil di comparto sono le dichiarazioni degli alti rappresentanti del Governo proprio su tali novità.

“Boschi ieri, Faraone oggi: continuano ad eludere i problemi che – dice il sindacalista Confederale – sono stati rappresentati con precisione e concretezza nel corso delle manifestazioni del 5 maggio e nei documenti che abbiamo presentato nelle Commissioni parlamentari e all’incontro con il PD. Il Governo non può parlare da solo. Il soliloquio è l’opposto di ciò che serve: il dialogo. E’ in atto uno scontro tra il mondo della scuola e il Governo in un momento delicato, quella della fine dell’anno scolastico”.

Secondo Di Menna, “gli emendamenti approvati in Commissione Cultura non hanno tenuto in alcun conto le ragioni della protesta. Nessun riferimento al contratto e alle tutele contrattuali. Rimangono gli albi territoriali con la scelta del dirigente. Gli emendamenti non portano a soluzione la questione del precariato e creano un vero pasticcio sul versante della valutazione”.

 

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“I nostri insegnanti – puntualizza Di Menna – sono i peggio pagati d’Europa, con il contratto fermo da anni, hanno dalla loro parte un fatto inconfutabile: sono rispettati e considerati per il rigore del ruolo professionale e per l’importanza della funzione educativa che svolgono. Nell’ultima versione del Ddl alla Camera, si assiste al rovesciamento anche di quest’ultimo caposaldo: per valutare gli insegnanti ed assegnare loro la quota affidata al dirigente (200 milioni complessivi a livello nazionale, circa 1/3 dell’attuale fondo di istituto) si prevede la costituzione di un comitato formato dal dirigente, due insegnanti, due genitori e uno studente alle superiori”.

Secondo il segretario Uil Scuola, quello che ci aspetta in caso di approvazione del ddl è uno scenario quasi apocalittico: “avremo insegnanti in balia degli umori, dei giudizi, della valutazione dei genitori e addirittura dei loro studenti. La scuola al contrario. In nessun paese europeo gli studenti intervengono sugli stipendi dei loro professori. Si continua ad eludere – conclude Di Menna – il fatto che la valutazione, in materia didattica, richiede competenze professionali e tecniche specifiche”.

 

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