Home Politica scolastica DdL Scuola: confronto fra Gilda e senatori

DdL Scuola: confronto fra Gilda e senatori

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Mercoledì scorso in piazza Pantheon a Roma c’è stata un’ulteriore occasione di incontro tra i sindacati della scuola e alcuni Senatori della Repubblica. Ovviamente in tale incontro si è parlato del problema del momento, cioè il DdL sulla scuola. FLC CGIL – CISL Scuola – UIL Scuola – SNALS Confsal – GILDA Unams, unitariamente hanno fatto l’esame al DdL Scuola insieme ai Senatori.
La nostra testata giornalistica ha avuto modo, quasi in diretta di ascoltare le dichiarazioni significative della sindacalista Maria Domenica Di Patre della Gilda Nazionale. La Di Patre, che in Sardegna, e in particolare a Nuoro, sta conducendo importanti battaglie sindacali contro il DdL scuola, era in piazza al Pantheon, insieme a tantissimi altri sindacalisti di tutti i sindacati, per sensibilizzare i Senatori sull’importanza di bloccare questa riforma della scuola, definita, dal Coordinatore nazionale della Gilda insegnanti, un vero e proprio mostro giuridico.
La Di Patre che ha parlato con alcuni senatori, tra cui Tocci della minoranza PD, la senatrice Petraglia di Sel e con il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, ha chiesto il ritiro immediato del DdL scuola e lo stralcio della parte riguardante le 100mila assunzioni da inserire in un decreto d’urgenza.
Abbiamo chiesto alla sindacalista le sue impressioni e le sue percezioni, su come andrà a finire questa intricata storia della riforma della scuola. Ci ha risposto che al momento la situazione è ingarbugliata e che la scarsa chiarezza di Renzi, non dà la possibilità di fare previsioni. Tutto è quindi possibile.
La stessa Di Patre ha comunque dichiarato, facendo fede alla tipica ostinazione dei “Sardi”, che se anche dovesse passare questa pessima riforma, la lotta sindacale non si fermerà mai e la mobilitazione continuerà. Renzi quindi è avvisato: “da rottamatore potrebbe essere rottamato o, come si dice oggi, “asfaltato”. Quindi cosa possiamo dire a Renzi: “Stai sereno Matteo”, la scuola saprà ripagarti per quel che meriti.