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Dimensionamento: protestano le Regioni

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Contro il decreto 154 che impone alle Regioni di predisporre entro il 30 novembre il piano di ridimensionamento della rete scolastica si stanno già registrando le prime reazioni da parte delle autonomie locali.
Le prime a protestare sono Piemonte e Toscana.
Da Torino la presidente della Regione Mercedes Bresso fa osservare che “in Piemonte, dove il 52% del territorio è montano, le scuole materne, elementari e medie con meno di 50 alunni sono 816, tutte concentrate in zone periferiche e montane, con grandi difficoltà di accessibilità e trasporti, soprattutto nella stagione invernale”.
E si parla anche di ulteriori tagli per 456 milioni.
La Toscana, per parte sua, ha già preannunciato un ricorso alla Consulta per una verifica sulla legittimità costituzionale del decreto che secondo alcuni osservatori sarebbe invasivo delle prerogative regionali.
Per prima cosa, però, sarebbe necessario fare i conti con maggior acuratezza.
Intanto c’è da dire che la cifra di 456 milioni è il risparmio complessivo previsto dal decreto 112 che riguarda tutto il sistema scolastico e non solo il ridimensionamento.
Il Piano chiarisce poi in modo inequivocabile che l’entità dei tagli va calcolata “escludendo dal computo le scuole dell’infanzia per la loro particolare natura di servizio capillarmente diffuso”. 
Per quanto riguarda la soppressione di Istituzioni scolastiche autonome che secondo le rilevazioni del Ministero sarebbero sottodimensionate, il risparmio che ne deriverà sarà pari a 700 unità in tutto (sono infatti 700 i posti di Dsga che si prevede di risparmiare nell’arco di 3 anni).
Inoltre è bene precisare, anche per evitare falsi allarmismi, che il Piano parla di “progressivo superamento delle attuali situazioni relative a plessi e a sezioni staccate con meno di 50 alunni” e avverte che il ridimensionamento andrà realizzato  “a cominciare dai territori non ubicati nelle comunità montane o nelle piccole isole”, senza dimenticare che l’intera anche se l’operazione “richiederà tempi medio-lunghi”.
La stessa opposizione – o almeno qualche suo autorevole esponente –  sembra comunque accettare l’idea che la scuola non possa essere esente dal programma di  risparmio della spesa pubblica voluto dai ministri Brunetta e Tremonti.
Nella giornata di venerdì, intervenendo ad una trasmissione radiofonica, il ministro ombra del PD Mariapia Garavaglia ha dichiarato infatti:  ”Anche noi abbiamo detto che ci voleva la razionalizzazione della spesa ed eravamo disponibili a valutare fino a sei miliardi ma non siamo stati messi in grado di discutere”
E ha aggiunto: ”Si poteva lavorare partendo dal quaderno bianco e sulle medie avremmo fatto la nostra parte, ma le elementari non andavano toccate perché sono una delle eccellenze del nostro sistema come confermano i dati Ocse”.
Per la giornata del 16 ottobre è previsto un incontro della Conferenza delle Regioni. All’ordine del giorno l’esame del decreto 154.
A incontro concluso si conoscerà la posizione ufficiale delle regioni.