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Dimensionamento scolastico, scuola fa ricorso al Tar: “Passeremmo da 640 a 1400 studenti, ben oltre i limiti regionali”

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Si parla ancora di dimensionamento scolastico: una scuola di Roma ha deciso di presentare ricorso al TAR del Lazio contro il piano di dimensionamento. Una rappresentanza di genitori e di docenti, come riporta Ansa, è stata ricevuta nei giorni scorsi dalla Regione ed ha spiegato i motivi della forte contrarietà.

“Passeremmo da 640 a quasi 1400 studenti quando i limiti regionali sono entro i 1200 allievi”, queste le loro parole. “L’assessore alla Scuola della Regione Lazio Schiboni, nonostante le nostre precise istanze, spiegazioni e delucidazioni, su esplicita richiesta non ha mostrato la volontà di tornare sui propri passi: non ci sarà nessuna nuova delibera o rettifica alla precedente del 23 dicembre scorso”, raccontano i rappresentanti del Consiglio di istituto“.

“Le cose devono rimanere così, probabilmente perché altrimenti si creerebbe un precedente e molte altre scuole accorpate potrebbero fare la stessa richiesta. La Regione, ci è stato detto, deve proseguire negli accorpamenti, ‘senza se e senza ma’, perchè queste sono le richieste del ministero. Ci saremmo aspettati una maggiore conoscenza della realtà, un dialogo; abbiamo riportato il malcontento delle famiglie e abbiamo comunicato con franchezza la nostra intenzione di ricorrere al Tar; la risposta della Regione è stata di non retrocedere”. Di qui la decisione della scuola di fare ricorso.

Il ruolo del TAR e i precedenti ricorsi

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio dovrà ora esaminare il ricorso e valutare se il piano di dimensionamento rispetti le normative vigenti in materia di qualità dell’istruzione e sicurezza nelle scuole. La decisione potrebbe avere un impatto significativo anche su altri istituti coinvolti in simili processi di riorganizzazione.

Nel frattempo, altre scuole potrebbero seguire l’esempio e presentare istanze simili per contestare i piani di dimensionamento.

Il dimensionamento spazza via 627 scuole autonome: arrivano maxi-istituti con 2-3 mila alunni e 300 docenti e Ata

Ricordiamo che lo scorso 14 gennaio sono stati dati altri 10 giorni di tempo alle Regioni per approvare il “dimensionamento, ovvero la razionalizzazione della rete scolastica, dovuta al calo demografico e quindi delle iscrizioni a scuola, che comporterà una riduzione dei presidi, Dsga e segreterie, con la prevista sparizione di 627 unità di personale tra capi di istituto e di segreteria, nel periodo che va tra il 2023 e il 2027.

A deciderlo – anche per garantire il regolare avvio del prossimo anno scolastico – è stato il Consiglio dei ministri approvando il decreto legge “Riorganizzazione del sistema scolastico della Missione 4 del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

La novità è che il provvedimento – che però non riguarda le due scuole slovene del Friuli – prevede che tutte le Regioni che risulteranno aver effettuato il dimensionamento nei termini previsti, potranno usufruire di una serie di misure agevolative, la più importante delle quali, come abbiamo già scritto, è la possibilità di istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti, oltre alla salvaguardia del contingente Ata per l’anno scolastico 2025/26 e la nomina di un docente con funzioni vicarie del dirigente scolastico per le scuole colpite dal dimensionamento.

In termini pratici cosa accadrà? È semplice: verranno meno alcune centinaia di presidenze e segreterie scolastiche, ma non le sedi e i corsi di studio: questi verranno assegnati ad altri dirigenti scolastici (con rispettivi Dsga e segreterie) che hanno da gestire già i loro istituti, che però in questo modo si troveranno a capo di diversi istituti, fisicamente non sempre vicini pochi chilometri, e anche a dirigere 300-400 docenti e Ata, ma soprattutto oltre 2-3 mila alunni e i rispettivi genitori, con tutti i problemi di sovraccarico professionale che si verranno a determinare.