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Dirigenti scolastici sul piede di guerra per difendere lo stipendio

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Il sindacato della scuola, in apertura dell’anno 2014, si è dovuto contrapporre con l’intenzione concreta da parte del Governo di procedere ad un ”prelievo forzoso” delle retribuzioni del personale della scuola, mai visto prima. Anche i Dirigenti scolastici non possono mancare all’appello del prelievo forzoso finalizzato alla “retrocessione” dello stipendio! Il meccanismo e la giustificazione tecnica risulta alquanto complicata e quasi impossibile da spiegare in poche righe. 

Ciò che conta è il risultato: decurtazione salariale e retrocessione retributiva a causa di una arbitraria determinazione della consistenza del Fondo Unico Nazionale per la retribuzione accessoria dei Dirigenti Scolastici per l’a.s. 2012/13. A fronte delle resistenze che ancora vengono opposte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze alla richiesta di non decurtare le risorse del Fondo Unico Nazionale, da cui si attinge per la retribuzione di posizione (parte variabile) e di risultato, abbiamo proclamato lo stato di agitazione dei Dirigenti Scolastici. 
E’ facilmente comprensibile che la questione presenta forti analogie con quanto ha rischiato di avvenire col recupero degli scatti già pagati al personale del comparto scuola e alle posizioni economiche del personale Ata. Nel caso dei Dirigenti, si avrebbero pesanti riduzioni dei trattamenti economici, bel oltre le stesse finalità delle norme di legge che ne prevedono il “congelamento” ai livelli del 2010. Dell’avvio della mobilitazione è stata data notizia ai ministeri interessati con una nota unitaria di Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals. Atto, questo, che prelude dure forme di lotta, qualora non vi fosse immediato esito positivo del mantenimento dei livelli stipendiali acquisiti.