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I disastri della legge 107 e il balletto delle promesse

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La Legge 107/2015 conosciuta dal pubblico come “Buona Scuola”, e’ stata per la scuola un ciclone che ha prima illuso l’intero comparto e poi lo ha sfiduciato e mortificato.
Se all’inizio ha portato in cattedra (virtualmente al nord) tanti docenti, molti dei quali “idonei ad un concorso non abilitante”, docenti con punteggi bassissimi e nessuna esperienza, dall’altra a causa delle infinite deroghe alla legge stessa ha palesamente danneggiato chi non aveva aderito al piano assunzionale per gli stessi motivi che i firmatari contestano da due anni, cioè il trasferimento nelle regioni settentrionali (la domanda di partecipazione “volontaria” era su 100 provincie).
Il susseguirsi di deroghe a favore dei neo-immessi ha permesso a moltissimi dei neo-immessi di rientrare nella propria provincia senza aver mai insegnato nelle sedi di titolarietà e a molti altri di insegnare in assegnazione provvisoria nella provincia di residenza.
Sembrerebbe tutto normale ad eccezione del fatto che i docenti che operano nella scuola da 15-20 anni, iscritti nelle Graduatorie ad Esaurimento (GaE), a causa delle deroghe sono passati da una precarietà retribuita (avendo avuto annualmente la cattedra su incarico) ad una disoccupazione forzata dovuta da una parte dalla mancanza di incarichi annuali(dovuta alle assegnazioni provvisorie in deroga) e dall’altra alla mancanza di posti di ruolo assorbiti l’anno scorso dalla mobilità straordinaria, predisposta per i neo-immessi, sul 100% dei posti e quest’anno dall’esiguità delle immissioni.
La legge 107, gia’ deficitaria, nel suo impianto, di meritocrazia (basti verificare i punteggi e i titoli di chi e’ rimasto in GaE rispetto a chi e’ stato immesso) si e’ macchiata anche delle ingiustizie perpretate nei confronti di chi quella legge (non aderendovi) l’aveva accettata e rispettata.
Dopo due anni in cui sindacati e governo hanno agito (derogando la stessa legge 107) favorendo una categoria e mortificandone un altra, da mesi si assiste a continui mea culpa del governo, nelle persona della Ministra Fedeli e di onorevoli del partito di maggioranza (PD) seguiti da promesse di stabilizzazione e di rettifica dell’applicazione della legge stessa. Gli argomenti caldi per cui i precari nelle GaE hanno ricevuto rassicurazioni sono la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto, la revisione del potenziamento con l’immissione di docenti nelle classi di concorso richieste dalle scuole e l’assunzione sui posti di sostegno per gli specializzati.
Promesse che ad oggi, purtroppo, sono solo spot elettorali. L’anno scorso il governo aveva promesso 25000  nuovi posti da destinare alle conversioni (un numero che non avrebbe coperto le necessita’) e ne sono stati concessi appena 15000.
Delle 52000 assunzioni sbandierate a settembre ne sono state fatte appena 27000. Cosa aspetta il governo ad assumere 25000 docenti sui posti disponibili?
Il potenziamento, nato come un opportunita’ per migliorare l’offerta formativa, si è trasformato spesso in un parcheggio retribuito per docenti.
Pubblicamente diversi parlamentari del PD, consci dello stato di fatto, hanno dichiarato che ci sarebbe stato un cambio di rotta immettendo docenti secondo le effettive richieste.
Ad oggi purtroppo non ci sono state nuove immissioni
Per quanto riguarda il sostegno la situazione è grottesca, da una parte la Ministra dice che non ci sono specializzati, dall’altra gli specializzati marciscono in GaE.
Sembrerebbe ovvio suggerire alla Ministra ed al MIUR di assumere immediatamente i docenti specializzati e di organizzare per il personale di ruolo e per i precari in GaE dei corsi di riconversione sul sostegno sui posti disponibili da immettere poi con le stesse percentuali della mobilita’.
Paradossale è poi che il governo, dopo accurato monitoraggio, abbia verificato che i precari, in termini economici, costino più dei docenti di ruolo.
Con queste premesse, perche’ il governo, il partito di maggioranza e le forze di opposizione non si prodigano per risolvere queste questioni?
Sembra evidente che sia solo un problema politico più che una questione economica perché solo quest’anno 25000 posti non sono stati usati, ma le supplenze, la naspi e il TFR sono pagate regolarmente (incluso il costo sostenuto dal MIUR negli ultimi due anni per le malattie del lunedì nelle regioni settentrionali). Un’ evidenza mostruosa.
La situazione del precariato nella scuola e’ paradossale ed è il sintomo di un paese che non solo non rispetta l’operato, la professionalità e l’abnegazione dei propri insegnanti ma che non rispetta assolutamente i bisogni degli allievi (in particolar modo i diversamente abili) e non guarda al futuro del paese stesso.
I docenti delle GaE sono stanchi e sfiduciati e chiedono a gran voce giustizia e stabilizzazione.
Sara’ il governo a trazione PD capace di cambiare rotta e passare dai mea culpa a delle azioni concrete che portino stabilita’ al personale docente e continuita’ didattica agli allievi?
I precari delle GaE aspettano un cenno, vero e tangibile.
Il tempo dei proclami e degli spot ad effetto è finito.
Marco Saglimbene