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Dispersione scolastica in Campania: 65 ragazzi tra 8 e 14 anni non andavano a scuola, 105 genitori arrestati

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La dispersione scolastica è un problema che attanaglia soprattutto il Mezzogiorno. Un’indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Pozzuoli ha fatto emergere una situazione davvero sconvolgente relativa all’area campana: come riportano Ansa e Fanpage.it si è scoperto che ben 65 ragazzini tra gli 8 e i 14 anni nelle zone di Pozzuoli e Quarto non sono andati a scuola nel corso di quest’anno scolastico 2022/2023.

Nei guai 105 mamme, papà e tutori, denunciati per inosservanza dell’obbligo di istruzione. Informati ovviamente anche i servizi sociali competenti per territorio. A Napoli negli ultimi 3 mesi del 2022, centinaia di bambini non sono andati a scuola. Sono ben 558 le segnalazioni di evasione scolastica arrivate in tre mesi al Comune di Napoli, da ottobre a dicembre 2022, quando è stata attivata la piattaforma sulla dispersione scolastica.

Sono i quartieri di periferia a segnare i dati peggiori, con le Municipalità VII (Miano, Secondigliano, S. Pietro a Patierno) e VIII (Piscinola, Marianella, Chiaiano, Scampia) che contano oltre 100 segnalazioni a testa (101 la VII, 114 l’VIII), tallonate dalla VI Municipalità (San Giovanni, Barra e Ponticelli) che abbraccia la zona orientale, a 91 segnalazioni.

I dati sulla dispersione scolastica in Italia

Lo scorso 9 maggio il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha svolto un’audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva su povertà educativa, abbandono e dispersione scolastica, al Senato, in 7a Commissione Cultura e istruzione. Ecco le sue parole:

“Ecco i dati sulla dispersione scolastica in Italia, la percentuale di popolazione in età tra i 18 e i 24 anni che ha al massimo ottenuto il titolo di secondaria di primo grado. Nel 1992 era al 37,5%, per attestarsi, nel 2021, al 12%, secondo l’Eurostat. Negli ultimi anni l’Italia ha conseguito dei risultati importanti nella lotta alla dispersione. Il traguardo posto dal Pnrr per il 2026 è la riduzione al 10,2% e al 9% per il 2030”.

“Nel 2021 l’Italia ha riportato un tasso di abbandono precoce migliore al 12% solo a Spagna e Romania. Analizzando i dati italiani si nota una forte disparità tra regioni e uno svantaggio molto accentuato nel Mezzogiorno. In Sicilia si arriva al 21%”.

L’obiettivo del Pnrr

“L’obiettivo del Pnrr è ridurre la percentuale di poco più di 2 punti evitando che circa 470mila giovani abbandonino la scuola prima del diploma. Il nostro Paese deve tenere sotto controllo anche la dispersione implicita. L’Italia dal 2019 si è dotata di un sistema di rilevazione della dispersione tramite l’anagrafe dello studente e le prove Invalsi. La lettura congiunta dei dati mostra che gli studenti che si trovano in condizioni di fragilità degli apprendimenti si attesta a oltre il 20%, cioè un giovane su cinque”.

“Povertà educativa: bimbi e giovani a causa di difficili condizioni economiche non hanno le stesse opportunità di apprendimento di loro coetanei. Non è inevitabile: la trasmissione dello svantaggio si può superare con un’offerta formativa personalizzata e di supporto globale alle famiglie. Nel G7 che si aprirà giovedì prossimo in Giappone il punto all’ordine del giorno è proprio questo. Personalizzare non significa che ogni studente diventa una monade e non si inserisce in un contesto ampio”, ha detto Valditara.