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Dispersione scolastica in Italia

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L’Eurispes, in collaborazione con il master europeo in Gestione di Impresa Cinematografica e Audiovisiva ha svolto un’indagine campionaria su 800 alunni delle scuole medie e del biennio delle superiori.

L’indagine, pubblicata in questi giorni, ha preso in esame il rapporto alunni-scuola per individuare potenziali fenomeni di dispersione scolastica.

Secondo uno studio realizzato in collaborazione con i docenti impegnati in attività con i CIC (Centri di Informazione e Consulenza), l’abbandono scolastico dipende da diversi fattori socio-economici, culturali e familiari come (in ordine di importanza): lacune nella preparazione di base,
scarso orientamento all’istruzione superiore nella scuola media, insufficienti motivazioni allo studio, scarso sostegno e coinvolgimento delle famiglie nella vita scolastica ed altri ancora.
Nel passaggio dalla prima classe della scuola media alla seconda superiore, la percentuale degli studenti che considera la scuola un investimento cresce dal 21,8% al 38,5%, mentre decresce la percezione di una scuola come luogo di formazione ed istruzione: più convinti gli studenti della prima media (67,9%), molto meno quelli della  seconda superiore (38,5%).

Rinviando il lettore ad un successivo approfondimento dell’ interessante ricerca Eurispes, concludiamo con un dato significativo: sono le famiglie di ceto medio che esercitano un controllo efficace sul comportamento scolastico dei figli. "Uniti" nella dispersione, risultano, invece, per quanto riguarda il numero e le motivazioni delle assenze e la frequenza nelle bocciature, sia gli alunni d’estrazione sociale bassa che quelli provenienti da famiglie con status economico elevato.