
La questione degli studenti “perennementi assenti” ovvero quegli studenti che per questioni personali o per “esclusione” (espulsioni o disabilità non seguita da debita assistenza sociale), preoccupa le istituzioni europee, in particolare nelle sue caratteristiche più misteriose, in riferimento a statistiche e territorialità. Difatti in Europa si assiste ad un fenomeno particolarmente eterogeneo: le regioni più depresse sono interessate da una dispersione percentuale più elevata sull’intera popolazione scolastica rispetto alle aree industrializzate. Le strategie di contenimento e contrasto convenzionali consistono nella disposizione sul territorio di assistenti sociali in grado di supportare le famiglie o nell’introduzione di sanzioni pecuniarie o conseguenze penali per i genitori, ritenuti responsabili in toto della dinamica instauratasi nella famiglia. Nel Regno Unito numerose scuole, al fine di riconoscere la virtuosità degli studenti in funzione dei relativi tassi di presenza, stanno assegnando premi consistenti in dispositivi tecnologici e buoni per consumare pasti all’esterno della scuola. Si tratta davvero di una strategia appetibile ed efficace per mitigare tale fenomeno?
Pizza, iPads, parties
Secondo un nuovo rapporto, alcune scuole stanno offrendo feste con pizza e iPad agli studenti come incentivi per migliorare la frequenza scolastica, poiché si ritiene che le sole sanzioni siano meno efficaci. Mentre alcune scuole in Inghilterra adottano multe, detenzioni e lettere ai genitori per contrastare le assenze, altre preferiscono un approccio basato sulle ricompense. Tra le iniziative adottate ci sono estrazioni di premi come biciclette e iPad, gite e “timbri di merito” che gli studenti possono accumulare e scambiare con cioccolato o articoli di cancelleria. Un altro incentivo consiste nell’assegnazione di un biglietto per il ballo di fine anno agli studenti dell’ultimo anno, con la frequenza scolastica come criterio fondamentale per partecipare. Lo studio condotto dalla National Foundation for Educational Research (NFER) ha rilevato che le scuole che combinano premi e sanzioni registrano una maggiore partecipazione degli studenti alle politiche di frequenza.
“Gli studenti di queste scuole sembravano più motivati a frequentare, poiché vedevano un vantaggio concreto nel farlo”, afferma il rapporto. “Al contrario, quelli che frequentavano scuole con un approccio basato solo sulle sanzioni tendevano a percepire le politiche sulla frequenza come punitive e ingiuste, soprattutto se ritenevano che le loro assenze fossero dovute a circostanze fuori dal loro controllo”. Il problema delle assenze scolastiche è una delle principali preoccupazioni del governo, poiché la frequenza è drasticamente diminuita dopo le interruzioni causate dalla pandemia. Secondo lo studio NFER, le assenze sono spesso legate a malattie, problemi di salute mentale e vacanze prese durante il periodo scolastico. Gli ultimi dati pubblicati dal Dipartimento dell’Istruzione rivelano che il numero di studenti “gravemente assenti” in Inghilterra ha raggiunto un livello record lo scorso anno, con un aumento complessivo delle assenze non autorizzate.
L’opinione pubblica dentro e fuori il mondo della scuola
La ministra dell’Istruzione, Bridget Phillipson, ha sostenuto l’uso di multe per i genitori in caso di assenza ingiustificata, il cui importo è aumentato da 60 a 80 sterline lo scorso settembre. Tuttavia, in un’intervista al Guardian, l’attrice Anna Martin le ha definite “idiote”. Matt Walker, responsabile senior della ricerca presso la National Foundation for Educational Research (NFER) e coautore del rapporto, ha dichiarato: “La frequenza scolastica è strettamente legata ai risultati educativi, quindi è preoccupante che il tasso di assenze rimanga elevato. I dati suggeriscono che le scuole dovrebbero dare priorità a strategie di incoraggiamento e supporto personalizzato, oltre alle sanzioni punitive”. Lo studio, intitolato Voci dalla classe – comprendere come le scuole secondarie supportano gli studenti nel ritorno dopo un’assenza, si basa su un sondaggio condotto tra 600 insegnanti e dirigenti scolastici di istituti secondari in Inghilterra, oltre a interviste dirette con personale e studenti di nove scuole pubbliche secondarie. Daniel Kebede, segretario generale del National Education Union, ha commentato: “Il messaggio è chiaro: multe, provvedimenti punitivi e incentivi non stanno funzionando.
Sempre più studenti soffrono di ansia e necessità educative speciali non soddisfatte, il che porta a un aumento delle assenze. Allo stesso tempo, sempre meno ricevono il supporto individuale, l’assistenza specialistica e il sostegno pastorale di cui hanno bisogno per tornare e rimanere a scuola”. Pepe Di’Iasio, segretario generale dell’Association of School and College Leaders, ha aggiunto: “Premi e sanzioni adeguate hanno un ruolo da svolgere, ma un supporto personalizzato, in grado di individuare rapidamente le cause delle assenze e di aiutare gli studenti a tornare in aula il prima possibile, può essere estremamente efficace”. Infine, Paul Whiteman, segretario generale della National Association of Head Teachers, ha sottolineato: “Questi risultati confermano ciò che i dirigenti scolastici ci dicono da tempo: le multe ai genitori hanno un’efficacia molto limitata nel migliorare la frequenza degli studenti”.