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Distendere i conflitti giocando a biliardino, l’esperienza di una scuola piemontese. La ds: “Importante recuperare la socialità” – INTERVISTA

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L’idea giusta al momento giusto è quella che ha avuto la preside Alessandra Atanasio, da quattro anni dirigente dell’istituto comprensivo Primo Levi di Rivoli, in provincia di Torino che, appassionata di biliardino, da tempo ne ha fatto installare uno in presidenza. “Nei rari momenti di pausa”, dice Atanasio, “io e il personale ci cimentiamo in piccole partite, ci divertiamo, distendiamo le tensioni e troviamo il modo di far scattare l’adrenalina buona, che deriva dal gioco sano e dalla ancora più sana competizione”.

Qualche tempo fa due alunni, una ragazza e un ragazzo della scuola secondaria di primo grado del comprensivo, che la preside aveva incontrato per ascoltarli a proposito di questioni sorte tra i due adolescenti, mentre si trovavano in presidenza hanno scorto il biliardino; di fronte alla loro curiosità Atanasio li ha invitati a giocare e quello che è successo dopo la partitella di gioco è stata una riappacificazione totale tra i due.

“Nel gioco”, dice ancora la preside dell’IC Primo Levi, “si trova sempre il modo di alleggerire le tensioni che sorgono; i due alunni hanno confermato quanto sia importante avere questi tempi e queste occasioni per incontrarsi su altri piani, per costruire o ricostruire buone relazioni”.

Giocare per imparare e imparando nel gioco

All’IC di Rivoli, che si trova nell’immediata periferia torinese, l’area che ha vissuto il decentramento industriale della metropoli piemontese sin dagli anni ’70, vi sono quattro plessi di scuola dell’infanzia, tre di primaria e uno di scuola secondaria di primo grado, il motto, che campeggia nell’homepage del sito è “Un bambino non gioca per imparare, ma impara perché gioca”, citazione che proviene dal fondatore della Pratica Psicomotoria Berndard Acuoutirer, seguace di Freinet.

Nell’istituto inoltre da anni sono in corso progetti rivolti a tutta la popolazione scolastica per promuovere i diritti, per introdurre la filosofia sin dai primi anni di ingresso nella scuola, per diffondere l’outdoor education; non sorprende pertanto l’intuizione della preside Atanasio, che crede fermamente, e con lei il personale del Primo Levi, nel ruolo e nel valore del gioco, come punto di partenza per incontrarsi, per conoscere sé stessi e l’altro. Abbiamo chiesto alla preside del Primo Levi di condividere la sua esperienza di valorizzazione del gioco.

Intervista

Cosa è successo dopo la partita a biliardino tra gli allievi?

“È stato molto bello, dopo l’incontro con i due alunni e il tentativo di sanare il conflitto in corso attraverso l’ascolto, osservare il loro entusiasmo di fronte al biliardino, che si trova nell’ufficio di presidenza. Ho chiesto loro se volevano fare una partita e da lì è stato un crescendo di sana competizione. Non penso ovviamente che tutto si risolva di fronte ad un calciobalilla, l’abbraccio tra i due ‘litiganti’ dopo la partita però è stato entusiasmante!”.

Come si potrebbe sviluppare a beneficio delle relazioni nell’istituzione scolastica una esperienza positiva come quella che lei ha visto in essere?

“Dopo la pandemia è stato sempre più evidente quanto sia importante portare avanti tutti i tentativi per ristabilire i contatti, per conoscersi, per recuperare i rapporti umani, soprattutto la socialità. Il biliardino offre una possibilità per tutti di scaricare tensioni, di divertirsi e di socializzare. Spesso con il personale della segreteria, quando riusciamo a ricavare qualche minuto di pausa, giochiamo e dopo andiamo davvero tutti più d’accordo. Nel comprensivo da tempo promuoviamo attività sportive e di gioco, ovviamente non solo biliardino, che a loro volta promuovono comportamenti virtuosi, che bene si inseriscono nei principi dell’outdoor education, da tempo in atto nel nostro istituto”.