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Docenti al top: così cambia il sostegno

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 “Inclusione scolastica” è il titolo delle legge delega sul sostegno che prevede la nascita dei Centri per l’inclusione scolastica «con la partecipazione di tutte le componenti istituzionali che operano nel campo della disabilità»: la scuola, l’Asl e l’Inps mentre cresce contestualmente la richiesta di formazione specializzata degli insegnanti di sostegno.

A dare la notizia di tale nuova svolta a favore dei ragazzi bisognosi di sostegno è Repubblica che cita la bozza delle legge delega: «Non è la gravità della disabilità a determinare i bisogni dell’alunno, ma che cosa ha bisogno nel concreto lo studente per realizzare il Progetto di vita: un bambino cieco, un bambino o un ragazzo in carrozzina, potrebbero non avere bisogno di una “copertura” (la presenza fisica di qualcuno a fianco del disabile), ma di ambienti senza barriere e di assistenti per l’autonomia ».

In pratica dovrebbero essere tutte  le componenti scolastiche e  il Consiglio di classe a elaborare e approvare il Progetto educativo individuale, «che realizza l’inclusione scolastica nelle sue dimensioni dell’apprendimento, della relazione, della socializzazione e interazione».

 

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Sono istituiti quattro ruoli per il sostegno didattico (infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado) «in cui bisognerà permanere prima di transitare sul posto comune ».

La richiesta è quella di restare per un periodo medio-lungo in quel ruolo: oggi, spesso, l’aspirante docente sceglie la classe “sostegno” per prendere punteggio e passare alla prima occasione all’insegnamento canonico.

Per poter insegnare su posto di sostegno, precisa Repubblica, sarà obbligatorio — per tutti i gradi di istruzione — conseguire 120 crediti formativi universitari sull’inclusione scolastica (oggi si diventa docenti di sostegno con soli 60 crediti, ovvero un anno di specializzazione). Tutti i futuri insegnanti di ogni ordine e grado avranno nel loro percorso di formazione iniziale crediti riguardanti le metodologie per l’inclusione.

Secondo i sindacati oggi alla scuola italiana mancherebbero 30mila insegnanti di sostegno spesso sostituiti da docenti non specializzati. Nella seconda fascia sono parcheggiati 12mila precari: solo il 30 per cento di loro ha passato l’ultimo concorso.