Home I lettori ci scrivono Docenti legge 107, emergenza meridionale

Docenti legge 107, emergenza meridionale

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Siamo un’associazione di docenti siciliani assunti dalla legge 107/15 e destinatari degli infausti effetti collaterali della suddetta legge meglio conosciuta come Buona Scuola.

Noi siamo il risultato pagato dal Governo italiano alla Corte Europea che intimava la stabilizzazione dei precari storici e comunque di tutti i docenti in attesa del ruolo (Sentenza Mascolo).

Siamo stati ingannati in primis dalla proposta di assunzione che, soprattutto con le FAQ ministeriali, ci invitava ad accettare, affermando che, se non l’avessimo fatto, ci sarebbe stata preclusa per sempre la possibilità di passare in modo effettivo al servizio della P.A. con un contratto a tempo indeterminato; in secundis da un algoritmo, già dichiarato fallace da analisi effettuate da un pool di ingegneri e tecnici nominati su richiesta di un ricorso al Tar Lazio, il quale definisce ilsoftware utilizzato per le operazioni di mobilità “confuso, lacunoso, ampolloso, ridondante e poco efficiente” e che ha di fatto provocato il trasferimento coatto di migliaia di insegnanti in sede non congrue poiché non ha tenuto in considerazione titoli e  punteggi maturati durante il periodo di precariato.

Docenti con più esperienza, professionalità e punteggio hanno di fatto occupato cattedre a più di 1500 km di distanza dalla provincia di residenza e docenti che non possedevano tali requisiti hanno avuto sedi più vicine.

Abbiamo partecipato alla mobilità obbligatoria che non ha portato i risultati sperati nel 2016, partecipato a quella del 2017 e per il fatto di non aver avuto a disposizione la trasformazione dell’organico di diritto in organico di fatto, in tempo utile, siamo rimasti relegati nelle scuole del nord.

Ad oggi questo pasticcio ha comportato circa 7000 ricorsi, di questi solo duemila sono stati oggetto di conciliazione e anche in quei casi gli insegnanti non sono tornati a casa. Errori come quelli sulla mobilità non devono più ripetersi per questo chiediamo al Ministero un gesto riparatorio per i docenti vittime di questo sistema.

Tutto ciò ha determinato un disagio psicologico, affettivo ed economico non indifferente, considerato che, senza nessun tipo di agevolazioni né indennità, l’intero stipendio basta appena per la sopravvivenza al Nord. Migliaia di docenti sono stati costretti a lasciare famiglie e affetti per garantirsi un posto di lavoro, andando incontro ad un malessere molto forte.

Quest’anno in particolare non sono stati concessi nemmeno i posti in deroga per l’assegnazione provvisoria che avrebbe, come lo scorso anno, quanto meno attenuato questa drammatica situazione.

Ci siamo rivolti alle istituzioni e alle compagini politiche, ma tutti restano sordi all’appello di migliaia di docenti meridionali.

Noi chiediamo di sensibilizzare l’opinione pubblica facendo conoscere la situazione disastrosa in cui versiamo, perché i nostri diritti di professionisti titolati con esperienza ventennale, sono stati calpestati e un insegnante non sereno, anche se porterà a termine il suo lavoro, non potrà mai dare il 100% della sua competenza se ha i figli lontani, il coniuge non presente, i genitori malati a migliaia di chilometri.

di Associazione nonsisvuotailsud