
Giombattista Amenta, dottore di ricerca in Pedagogia e psicologo, manda in libreria, per Mondadori Università, un singolare libretto tutto rivolto ai docenti (ma farebbe bene anche alle famiglie degli alunni leggerlo), i quali subiscono maltrattamenti in classe da parte proprio dei loro allievi: “Il rispetto violato. Docenti maltrattati, studenti maltrattanti”, 14,00 euro.
Testo composito, suddiviso in nove capitoli, con i rispettivi paragrafi e sottoparagrafi, secondo una rigorosa suddivisione tassonomica, affronta l’argomento non solo da vari punti di vista educativi e comportamentali, ma anche nei territori delle strategie da adottare da parte del prof per fronteggiare il problema, comprese le finalità educative che ogni docente deve portare con sé e cercare di diffondere tra i suoi allievi.
Testo scorrevole, si legge con facilità, grazie a uno stile piano e per certi versi anche didascalico, considerata pure la materia che viene affrontata: delicata e che coinvolge tantissimi docenti, molti dei quali alle prime armi e pure mandati a insegnare nelle scuole di frontiera, da dove i docenti con più punteggio tentano di uscire.
Importante appare, tuttavia, il fatto che di fronte ad un fenomeno che col tempo prende più piede e nonostante il ministro assicuri punizioni per gli alunni aggressori, il problema sembra farsi sempre più rilevante, dovuto pure al fatto che la famiglia ha delegato l’educazione dei figli alla scuola, mentre dilaga un eccesso di permissivismo che certamente non fa bene neanche alla società, se questi fenomeni di baby gang hanno un significato e una loro motivazione associativa.
Dopo una prima parte, rivolta perfino alla enunciazione di alcuni casi documentati e assolutamente deplorevoli di maltrattamento di prof, il libro entra nel cuore del problema, scandendo le varie possibilità e modalità di intervento per riportare la dignità del “maestro” al suo decoro istituzionale e umano nel piano del rispetto dovuto.
Ma non solo. Il libro affronta pure il tema dell’autorevolezza dell’educatore e il suo potere nella azione educativa, compresa la descrizione di comportamenti che la possano minare, col rischio che l’indispensabile autostima per sostenere il compito che il docente ha giornalmente non si smarrisca, ma rimanga salda.
La scarsa stima di sé infatti influenza assai negativamente il rapporto non solo con gli alunni ma anche coi colleghi e la dirigenza, deprimendo il soggetto e allentando le difese psicologiche necessarie per affrontare la professione.
Infatti il libro conclude con l’invito al docente a dedicarsi comunque al proprio delicato compito di educatore, non tralasciando soprattutto i suoi doveri e le sue prerogative, considerato che è proprio nel possesso delle conoscenze e delle esperienze, e non solo didattiche, l’arma vincente per conquistare la classe e recuperare quella stima e quella fiducia che questo saggio vuole aiutare a recuperare. Il sapere, insomma, è l’arma vincente, la dedizione al proprio lavoro, la presenza costante alla vita della scuola.
“Il volume- si legge nelle note introduttive -focalizza l’attenzione sull’esigenza dei docenti di trovare interventi efficaci per gestire le condotte maltrattanti. Si prefigge, inoltre, di aiutarli a vedere nelle difficoltà sia occasioni per educare sia opportunità per incrementare la loro competenza, elaborando nuove prospettive per analizzare le complessità e trovando strategie innovative per affrontarle”.