Home I lettori ci scrivono E’ nata la “Rivista gentile”

E’ nata la “Rivista gentile”

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L’era degli uomini è finita. Questa frase de “Il signore degli anelli” mi risuona in testa da due anni, da quando è iniziata la pandemia. La sua naturale continuazione, però, vede aprirsi scenari più luminosi degli orchi.

L’umanità di questo mondo sta andando verso la spiritualità. Siamo anima, spirito e mente racchiusi nella dimensione terrestre dentro un corpo fisico. È il nostro destino, qui, confrontarci con la fisicità e la finitudine. Il futuro che ci siamo costruiti è dominato dagli aspetti materiali, è incentrato sulla forza. La direzione che abbiamo intrapreso ci ha portato a vivere in una società sorda muta e cieca, ma lampi di risveglio risuonano dalle cime degli alberi: è il respiro dentro di noi. Viviamo sempre più momenti in cui ci accorgiamo di essere presenti, hic et nunc, nell’atto del vero ascolto.

Il green pass obbligatorio per entrare a scuola è stata la miccia che ha dato vita a questa rivista.

Pensavo che un simile avvenimento dovesse stimolare un dibattito acceso ed erudito fra noi insegnanti. Sono rimasto incredulo, invece, per la mancanza di confronto riguardo a un momento storico così drammatico ed epocale.

La scuola è il tempio della cultura, era doverosa una riflessione.

Ho coinvolto, quindi, alcuni colleghi con i quali ci siamo riuniti per parlare del mondo in questo presente distopico post 2020. A distanza, insieme ad altri amici, è sorto un percorso parallelo.

Ne è nata una sperimentazione di pensiero che lascio libera nella sua forma, ma che riconosco magicamente intrecciata da un fil rouge ben riconoscibile, fra denuncia di un sistema di vita malato ed una forte richiesta di aiuto.

Questo è il tempo della visione, del mare all’orizzonte.

Non può essere tutto qua, il mondo. L’umanità non può accontentarsi di poter scegliere l’auto migliore; la scuola non può ridursi a produrre tecnici automi senz’anima né spirito; le persone non possono accartocciarsi dentro spazi virtuali; le famiglie non possono consumarsi correndo dietro le spese quotidiane. Il senso di questa vita non può essere oppresso dalle paure materiali.

L’era di questo mondo è finita, è vero, il tempo dell’anima è giunto.

C’è un significato più grande e completo della vita. Appare ormai chiaro che la via che abbiamo percorso sia sbagliata e che ci sia qualcosa di nuovo, oggi, nell’aria, anzi di antico.

Che gli uomini inizino a guardarsi intorno, ad ascoltare l’aria, a dialogare col signor tempo, a riscoprire se stessi parte di un tutto.

Potete trovare LA RIVISTA GENTILE qui https://online.fliphtml5.com/zlzjc/wctm/

Tomaso Bozzalla

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