
“È tutta colpa della scuola, degli insegnanti, degli istituti scolastici che non funzionano”: è il leitmotiv che sempre più spesso ascoltiamo tra la gente, tra i personaggi pubblici, i politici, non di rado anche tra gli influencer. Talvolta pure gli psicologi e sociologi cadono nel luogo comune. Ma le cose stanno proprio così? Perché la scuola deve essere considerata il capro espiatorio dei mali della società? Perché se c’è poca inclusione è colpa della scuola? Perché se si commettono reati efferati è colpa sempre della scuola che non funziona come dovrebbe? Perché se viviamo in un individualismo sfrenato è sempre colpa della scuola?
La nostra testata giornalistica, che segue le vicende scolastiche con costanza, 365 giorni l’anno, non la pensa così: dei corsi di educazione civica, anti-sessismo o di correttà affettività, non possono riuscire a contrastare e sanare una società sempre più confusa e priva di riferimenti. Qualcuno direbbe, semplicemente, una società “malata”.
Certamente, ben vengano queste attività educativa, perchè possono aiutare a capire, a responsabilizzare. Ma non rappresentano la soluzione contro un male endemico; per vincerlo servono forze multi-disciplinari, che partano dal Parlamento per arrivare a tutte le istituzioni, passando per operazioni sociali studiate e di lunga gittata temporale.
Riteniamo che sparare sugli insegnanti rappresenti un’operazione ingiusta due volte. Prima di tutto perché si colpisce una categoria già particolarmente provata da trattamenti sfavorevoli, ad iniziare da quelli stipendiali, fino a passare alle violenze in crescita verso i suoi lavoratori; ma, soprattutto, se c’è un contesto lavorativo coerente con la sua funzione educatrice e formativa delle nuove generazioni rimane proprio quello della scuola.
La società è cambiata, è vero. È diventata complessa e le nuove tecnologie interattive, per non parlare dell’intelligenza artificiale, hanno stravolto tutto. Si stanno perdendo i riferimenti, le scale dei valori, gli aspetti sani delle relazioni tradizionali. La scuola, certamente, dovrebbe adeguarsi, stare più al passo con i tempi, procedere con aggiornamenti più frequenti e incisivi. Lo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a quanto ci risulta, sta programmando una modalità di formazione professionale più incisiva dell’attuale, con obblighi stringenti e periodici da collocare per via contrattuale (sindacati permettendo).
Detto questo, però, riteniamo del tutto fuori luogo, del tutto ingrata, l’accusa generalizzata verso una istituzione, quella scolastica, che più di tutte si spende per dare regole e fornire supporto ai giovani, sempre più spesso figli di famiglie che non assolvono al loro ruolo e alle prese con difficoltà di ogni genere.
Non si tratta di difendere a prescindere gli insegnanti, il personale Ata, i dirigenti scolastici: vogliamo solo ricordare che senza di loro, senza il loro prezioso operato, ci ritroveremmo in condizioni sociali e individuali decisamente peggiori. E che non vanno caricati di responsabilità che non hanno.
I 76 anni della Tecnica della Scuola
Lo ricordiamo nel giorno in cui La Tecnica della Scuola compie 76 anni. Convinti, più che mai, che fare informazione non significa andare dietro agli altri, alla frenesia informativa telematica di arrivare primi o replicare.
Certo, rispetto a quel 10 maggio del 1949, quando l’ispettore Filippo Papa fondò la testata, a Catania, il mondo è cambiato. Anzi, è un altro mondo. L’attaccamento alla scuola, a chi si alza la mattina per fare istruzione e per supportarla, però è sempre lo stesso. Sicuramente da parte del personale scolastico è rimasto immutato.
E in questi 76 anni la casa editrice della Tecnica della Scuola ha sempre continuato a produrre un’informazione legata allo stesso credo: libera, aderente ai fatti, offrendo un’interpretazione il più possibile corretta dei fatti e delle norme.
Una informazione che si sviluppa attraverso il sito internet www.tecnicadellascuola.it e si declina attraverso una serie di Social annessi: con Facebook, che realizza uno scambio di idee con i lettori, attraverso risposte, commenti, scambi di opinioni, che formano l’agorà moderna. Ma anche con Youtube, dove vengono collocati contributi multimediali in diretta e in streaming, pure con utilissimi video-tutorial che spiegano passo-passo le operazioni che il personale scolastico è chiamato ad affrontare per presentare domanda di mobilità, partecipazione a concorsi, esami, commissioni ed altro. Sino ad arrivare ai canali più giovanili, come Instagram e TikTok.
Infine, La Tecnica della Scuola è anche formazione scolastica, accreditata dal ministero dell’Istruzione, che si esprime in varie modalità, soprattutto attraverso i webinar, molto apprezzati dal personale, per assolvere la sua formazione obbligatoria. Quella che può aiutare insegnanti e personale scolastico a portare avanti e sempre meglio la loro preziosa opera educante.