
Prenderà avvio nei prossimi in Commissione Cultura del Senato l’esame del disegno di legge “Disposizioni per la promozione della formazione del personale docente in materia di educazione al rispetto e alle relazioni” presentato dal senatore leghista Roberto Marti.
Si tratta (così appare il provvedimento ad una prima lettura) dell’ennesima iniziativa che interviene su aspetti secondari dell’impianto ordinamentale del nostro sistema scolastico e che riguarda temi che potrebbero essere benissimo affrontati per via amministrativa con un decreto ministeriale e demandando gli aspetti più strettamente organizzativi e didattici alla autonomia delle istituzioni scolastiche.
La legge – si legge nel primo articolo della proposta – detta disposizioni volte a “promuovere una formazione mirata per il personale docente delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione, al fine di introdurre metodologie didattiche ed educative idonee ad accrescere l’empatia emotiva e affettiva, le competenze non cognitive, l’educazione al reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti, nonché la prevenzione e il contrasto di ogni forma di violenza e di discriminazione”.
Nella relazione introduttiva si sottolinea che “nelle nuove linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica è stato introdotto, per la prima volta in modo esplicito, l’educazione al rispetto, alla parità di genere e alla costruzione di relazioni corrette e positive come obiettivi trasversali da declinare in tutte le discipline”.
E ancora, ricorrendo all’ormai collaudato slogan ideato dal ministro Valditara, “per la prima volta in Italia è stato avviato un piano strategico per supportare concretamente le istituzioni scolastiche nel conseguimento di tali obiettivi, ritenuti essenziali per la formazione delle nuove generazioni”.
La proposta legislativa prevede in particolare di potenziare la formazione dei docenti su aspetti pedagogici e relazionali legati al rispetto e alla parità e di integrare in modo sistemico questi temi in tutte le attività didattiche.
Senza trascurare la promozione progetti extracurricolari coerenti con gli obiettivi della legge stessa.
Ancora una volta, insomma, si affronta un problema serio e certamente complesso facendo ricorso a soluzioni semplici che difficilmente potranno incidere sui problemi che si intendono affrontare.




