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Educare alla pace: più di 20 scuole d’Italia riunite a Perugia per progettare il futuro

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Da Mara Fornari, nostra inviata al Meeting Nazionale delle Scuole di Pace, vigilia della storica Marcia della Pace Perugi-Assisi riceviamo e pubblichiamo

Più di 700 studenti e studentesse, provenienti da 20 scuole di pace di tutta Italia – da Milano a Catania – si sono ritrovati all’Auditorium di San Francesco al Prato di Perugia per il Meeting Nazionale delle Scuole di Pace, vigilia della storica Marcia della Pace Perugi-Assisi.

Un’onda colorata di ragazzi, insegnanti e testimoni, riuniti per condividere esperienze, idee e speranze di fronte a un mondo che continua a vivere nel rumore delle armi. L’atmosfera, “rumorosamente accogliente”, è quella di chi crede che la pace non sia un sogno, ma un impegno quotidiano.

La pace va costruita insieme

A dare il via ai lavori è stato Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace: “Oggi dobbiamo parlare chiaro. Vi chiedo: la guerra è bella o brutta? La guerra è mostruosa. Noi siamo qui per dire no alla guerra e a tutti quelli che la stanno preparando. Siamo qui perché vogliamo lavorare per la pace, per impedire la guerra.” Accanto a lui, le parole di Gianni Rodari: “L’arcobaleno lo vogliamo vedere prima della tempesta, non dopo.
Lo slogan scelto per il cammino è un invito ironico e profondo allo stesso tempo: Sbellichiamoci! Togliamoci la guerra dalla testa, irridiamola.

Musica, arte e cura: esercizi di pace

Sul palco si sono alternati momenti artistici e riflessioni. L’Orchestra della Pace Aldo Capitini dell’’I.C. Umbertide – Pietralunga – Montone (PG), insieme al coro dell’I.C. Locate di Triulzi (MI), ha aperto con una dichiarazione d’intenti: “La vita è un diritto per tutti, nessuno escluso. I conflitti non risolvono i problemi del mondo. Ognuno, nel suo piccolo, può compiere atti di pace.” L’I.C. D’Aosta di Ottaviano (NA) ha emozionato la platea con Heal the World, mentre, simbolicamente, uno studente per ogni scuola si è prestato a lavorare con Josè Carlos Araoz, artista dell’Associazione “Fiorivano le viole” per restaurare e ridipingere le lettere della grande scritta “Pace”.  Un gesto concreto di cura collettiva.

Randa Harb, responsabile delle scuole di Pace e Fabiani Cruciani coordinatrice della rete delle scuole di pace hanno rivolto il loro saluto alle scuole presenti:

  • Istituto Comprensivo “D’Aosta” Ottaviano (NA)
  • IIS “M. Pira” Siniscola (NU)
  • Liceo Scientifico “P. Bottoni” Milano
  • Istituto Comprensivo Gorizia 1
  • Istituto Comprensivo “Don Milani – Leopardi” Potenza
  • Istituto Comprensivo “Via F. Gentile 40” Roma
  • Istituto Comprensivo Madonna Assunta, Napoli
  • Istituto Comprensivo “Barsanti” Firenze
  • Istituto Comprensivo “Via Roma – Spirito Santo” Cosenza
  • Liceo Scientifico “G. Mercalli” Napoli
  • IPSSCA “Cattaneo – Deledda” Modena
  • IIS “Newton – Pertini” Camposampiero (PD)
  • IIS “C. Marchesi” Mascalucia (CT)
  • Liceo “E. Montale” Pontedera (PI)
  • IPSIA “Pacinotti” Pontedera (PI)
  • ISIS “M. Bassi” Napoli
  • IIS Cariati (CS)

Le scuole si sono alternate, sotto la guida di Aluisi Tosolini, coordinatore della rete delle scuole di Pace e animatore del meeting, nel portare i propri messaggi, presentare i propri canti, le proprie riflessioni e i propri prodotti di pace.
L’I.C. “Riccardo Massa” di Milano ha portato sul palco migliaia di coloratissimi origami per la pace realizzati da nove classi della scuola, piccoli simboli di armonia e pazienza.
Aluisi Tosolini ha invitato poi tutti i partecipanti a raccogliere e portare con sé, lungo la marcia, questo segno di pace.
Il Liceo Scientifico Bottoni, sempre da Milano, ha portato un artefatto ispirato alla Global Sumud Flotilla, una barca costruita come simbolo di resistenza e speranza, e messaggi di Vittorio Arrigoni che invitata a restare umani.Il comprensivo Madonna Assunta di Pozzuoli – Napoli, una scuola che sorge sul mare, ha ricordato come proprio il mare – luogo di incontro e di connessione – debba diventare simbolo di pace.
E un bambino, tra i più piccoli partecipanti, ha chiesto: “Che cos’è la pace?”  E si è risposto da solo: “Per me è la giustizia”.

Yara Abushab

Al meeting ha portato la sua testimonianza anche Yara Abushab, 24 anni, studentessa di medicina che dal 2023 vive in Italia perchè nell’ottobre 2023 aveva vinto un tirocinio in chirurgia a Pescara ma poi è c’è stato il massacro del 7 ottobre ed è rimasta bloccata in Italia.

Alla sua giovanissima età ha già vissuto dentro 5 guerre. Ultima questa che ha distrutto Gaza e provocato oltre 67mila morti tra gli abitanti della striscia.  Tra cui 32 persone della sua famiglia, morte sotto i bombardamenti.  Tra queste sua zia con quattro bambini di meno di 10 anni. Tutti con la bandiera bianca in mano. Ma il bianco non ha fermato le pallottole.

Non ci sarà pace finché ci sarà occupazione, conclude Yara Abushabi. Occhi tenerissimi e tutta la vitalità di una giovane ragazza che ha deciso di studiare medicina quando da piccola ha visto i medici soccorrere palestinesi inseguiti tra le strade dalle pallottole.

Inno alla gioia

Da Gorizia il Comprensivo 1 ha portato un messaggio simbolico e potente. Per la celebrazione di Gorizia e Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025, gli studenti hanno raccontato la loro visione di un territorio “senza confini”, multiculturale e accogliente.  Il loro sogno “di un futuro in cui i diritti umani valgano per tutti e in cui ogni bambino possa crescere serenamente” si è intrecciato con l’Inno alla gioia, l’inno dell’Unione Europea, eseguito in italiano, tedesco e sloveno: un ponte di fratellanza universale.
Tra le testimonianze forti, quella di Nicholas Marzolino, rappresentante dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra. Non vedente, accompagnato dal cane Bubi, ha raccontato l’incidente che, a soli 12 anni, gli ha cambiato la vita: una bomba a mano della Seconda guerra mondiale, trovata per caso in un campo della Val di Susa. “Ancora oggi – ha detto – la popolazione civile continua a essere massacrata dalle bombe. Le guerre non finiscono con i trattati. Ogni anno nel mondo ci sono decine di migliaia di vittime civili. La pace è come un puzzle: può essere distrutta in un attimo, ma per costruirla serve tanta, tanta pazienza. La pace è scelta. È coerenza”.

I ragazzi del Liceo Concetto Marchesi di Mascalucia (CT) hanno letto le parole scritte da Concetto Marchesi, scritte nel 1945 ma ancora attualissime: “In questo mondo dilaniato dalla guerra c’è oggi più che mai una trepida attesa della vita che sorgerà da un odio così smisurato e implacabile.”
Due studentesse dell’IS Cariati di Cariati (CS) hanno portato la loro riflessione sulla “pace come ponte tra l’io e il noi”.

Prendersi cura del mondo

Il meeting ha visto l’intervento della cantautrice Erica Boschiero che un decennio fa ha scritto con le scuole del Friuli Venezia Giulia l’inno delle scuole di pace: “Bellomondo”. Un impegno a farsi parte attiva e a prendersi cura del mondo da parte degli studenti.
E ciò è possibile, anche con gli esercizi di pace, un elenco di 15 esercizi che ogni studente, classe e scuola può realizzare quotidianamente per dare passi, mani e volti alla pace.
Gli stessi volti e gesti di pace che nella coreografia di pace messa in scena dai ragazzi dell’Istituto Superiore Pira di Siniscola (NU) che ha chiuso il meeting con colori della pace che volteggiavano tra le mani, i volti e i corpi degli studenti e delle studentesse.
Il Meeting si è concluso con un senso di gratitudine e di responsabilità condivisa. I ragazzi e le ragazze hanno ricordato che sbellicarsi è possibile, uscire dalla logica della guerra è possibile, ma solo se si smette di coltivarla ogni giorno.
Domani, nella Marcia della Pace, porteranno con sé i colori, i sogni e le parole di un’Italia che crede ancora nel valore dell’ascolto, della cura e della speranza. Perché – come hanno gridato insieme – “La guerra è mostruosa, ma la pace siamo noi.