
Il mondo cambia e il rischio geopolitico, specie nelle ultime ore, aumenta a seguito di dichiarazioni, interventi militari programmati ed instabilità progressiva. Il clima è sempre più incerto: le ondate di calore ed eventi estremi mettono a rischio vite e servizi sul territorio. La scuola è da anni che si confronta con emergenze, specie sociali ed educative che necessitano di interventi urgenti. L’UNESCO ha predisposto un piano di 320 attività di didattica scolastica sotto stress a livello globale in modo tale di adattare il sistema educativo di aree considerate a rischio ad avvenimenti tragici che rischiano di compromettere il diritto allo studio. Le iniziative, destinate a coinvolgere almeno 40 milioni di studenti in tutto il mondo, si svolgeranno in tutti i continenti coinvolgendo comunità a rischio. Si vuole fornire supporto materiale e psicologico a studenti e docenti, sempre nell’ottica di una complessiva ristrutturazione del sistema scolastico globale e del fornire lui opportuna resilienza.
Iniziative
Il nuovo pacchetto di 320 iniziative educative globali lanciato dall’UNESCO rappresenta una delle operazioni più estese mai realizzate nel campo dell’istruzione in contesti di emergenza. Dal 2020, questi interventi hanno raggiunto oltre 42 milioni di studenti e insegnanti in più di 70 Paesi, garantendo accesso all’apprendimento anche in zone devastate da guerre, crisi climatiche o povertà estrema. Le azioni spaziano dalla ricostruzione rapida delle scuole e fornitura di materiali didattici, alla formazione di oltre 500.000 docenti in metodologie inclusive e gestione del trauma. L’obiettivo, come sottolinea il rapporto UNESCO 2025, è “ripristinare il diritto all’educazione anche dove il mondo sembra crollare”, offrendo non solo lezioni ma anche sostegno psicologico e comunitario ai bambini costretti a fuggire o a vivere in condizioni precarie. Tra i progetti più efficaci figurano quelli in Ucraina, Sudan e Siria, dove la creazione di “safe learning spaces” ha permesso a centinaia di migliaia di studenti di tornare a un minimo di normalità.
Europa: emergenze e background
Nel continente europeo, gli interventi si concentrano sempre più sulla gestione delle crisi migratorie e delle disuguaglianze territoriali. Secondo i dati UNESCO, un minore su cinque rifugiato in Europa non ha ancora accesso a un percorso formativo stabile. L’Italia, insieme a Spagna e Grecia, si trova al centro di questo equilibrio difficile: nel nostro Paese, le scuole accolgono oggi oltre 260.000 alunni con background migratorio, ma solo una parte ha accesso a programmi di mediazione linguistica e sostegno psicologico. In parallelo, la disparità infrastrutturale tra Nord e Sud — con edifici scolastici spesso vetusti o non pienamente sicuri — limita la capacità di risposta alle emergenze. Le iniziative UNESCO, integrate con i programmi nazionali e il supporto europeo, puntano quindi non solo alla ricostruzione fisica e all’inclusione immediata, ma a un cambio di paradigma: riconoscere l’educazione come strumento di coesione e resilienza sociale, anche nei Paesi che, come l’Italia, affrontano emergenze meno visibili ma strutturalmente profonde.




