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Esame di Stato, Valditara: “Bisogna valutare la maturità e non la conoscenza dei logaritmi”. Sì, ma con quali strumenti?

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Intervenendo a Trieste al Congresso nazionale di Cisl Scuola, il ministro Giuseppe Valditara è ritornato nuovamente sulla questione dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione: “Per avere ancora un senso dovrebbe consistere in una valutazione integrale del percorso di maturazione di una persona, che non può ridursi alla valutazione della conoscenza dei logaritmi”.
Proposito certamente interessante, ma c’è da chiedersi come questo obiettivo possa essere raggiunto con le regole attuali.
Non dimentichiamo che, oggi, la Commissione d’esame è formata da tre docenti “interni” e tre “esterni”, con un presidente sempre esterno e con un meccanismo di calcolo del voto finale che sembra fatto apposta per costringere i commissari a misurare crediti, debiti e voti di ammissione con il bilancino del farmacista (anche per evitare ricorsi di vario genere).

Il Ministro ha detto che l’esame dovrà essere riformato proprio per poter valutare la maturità dello studente.
Abbiamo già sottolineato che, per rendere operativa una riforma del genere, ci vuole molto tempo; nella migliore delle ipotesi il nuovo esame potremmo vederlo, forse, a conclusione dell’anno scolastico 2026/27.
Ma il nodo pratico è un altro: come giustamente osserva il Ministro, la maturità non ha a che fare con la conoscenza dei logaritmi.
E allora c’è da chiedersi come potranno i docenti esterni della commissione d’esame fare una valutazione anche solo sommaria e parziale della maturità dello studente.
In un memorabile volumetto intitolato “Valutazione e orientamento” di mezzo secolo fa, il pedagogista Francesco De Bartolomeis aveva proposto una serie di schede e strumenti di lavoro per realizzare una valutazione completa e articolata dei diversi soggetti/oggetti del processo valutativo.
Il volumetto si chiudeva con una “scheda psicopedagogica per l’osservazione/valutazione dell’allievo” che, forse, potrebbe effettivamente contribuire a valutare la “maturità” dello studente.
Ma si tratta di una scheda che prevede l’analisi di più di un centinaio di voci, ciascuna delle quali necessita a sua volta di dati e confronti.
Ovviamente una scheda del genere richiede un lavoro lungo e complesso fattibile, forse, da un buon consiglio di classe molto attrezzato e molto motivato; bisognerebbe prendere atto che una normale commissione d’esame non sarebbe in grado di usare uno strumento del genere, seppure semplificato e snellito.
Ad ogni modo, vedremo cosa proporrà il Ministro su questo terreno e poi se ne potrà riparlare con dati più precisi alla mano.