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Eugenio Scalfari, la commemorazione in Campidoglio. Il ricordo di Mario Rusconi: quel suo ordine maniacale e l’augurio ai miei studenti

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Stamane, sabato 16 luglio, il fondatore del quotidiano La Repubblica, Eugenio Scalfari, verrà commemorato presso la sala della Protomoteca in Campidoglio.

Numerosissimi sono stati i messaggi di cordoglio per la scomparsa del giornalista: dal Papa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella fino al presidente del Consiglio Mario Draghi. E poi tutti i giornalisti “cresciuti” alla sua “scuola di giornalismo”, innamorati della “messa cantata” del direttore, come veniva chiamata la riunione redazionale.

Il ricordo di Mario Rusconi

Anche il mondo della scuola lo ricorda. Quella che segue è la lettera di Mario Rusconi, presidente dell’Anp Roma, che ha avuto la fortuna di conoscere il fondatore dello storico quotidiano.

“Su indicazione del Ministero dell’istruzione, fui contattato alcuni anni fa dalla direzione della Repubblica per collaborare alla stesura di un inserto che avviasse alla lettura funzionale del giornale.

Per 5 anni una giornalista di Repubblica ed io abbiamo lavorato con impegno e soprattutto con fantasia per realizzare una guida… movimentata, ricca di immagini, di riferimenti culturali, di legami interdisciplinari che contribuisse a una formazione di ampio raggio, libresca, motivante, che destasse curiosità e desiderio di approfondimento.

Il “prodotto” fu molto apprezzato, al punto che, quando i locali redazionali erano tutti occupati (la sede era ancora in piazza Indipendenza a Roma) ci veniva concesso di lavorare nella stanza del direttore, anzi del Direttore: Eugenio Scalfari.

Uno studio di una elegante nitidezza, pieno di libri, di fotografie, caratterizzato da un ordine maniacale che si confaceva con la mia stessa tendenza.

Finché un giorno, entrò Eugenio Scalfari, ci fece i suoi complimenti per il nostro lavoro ed io mi azzardai a chiedergli un autografo. Non dedicato a me, ma alla scuola che allora dirigevo. Ho ancora la copia di Repubblica con la sua firma e gli auguri per i miei studenti. Oggi mi piace rivederla, in ricordo di quell’incontro”.