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Ex studentessa ricorda prof. scomparso: parte di ciò che sono lo devo a lui!

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Una commovente lettera è stata diffusa in rete lo scorso 7 agosto, dal portale peacelink.it, di una ex studentessa di un liceo, Rossella Ricchiuti.

La ragazza racconta e ricorda il suo docente di storia al liceo, appena scomparso. Questa missiva mette in luce la relazione che s’instaura tra docente e discente: un rapporto leale fatto di stima, affetto, fiducia e sincerità reciproca. A riprova del fatto che il docente non è solo un numero, un tappa buchi o un soldatino di piombo da spostare a libero piacimento. Non è un guardiano che deve “badare” agli studenti, come spesso e volentieri viene purtroppo considerato dall’immaginario collettivo, da chi lo amministra e dalla politica. Specialmente negli ultimi tempi. “L’insegnante” è quello che descrive questa ex studentessa nella sua emozionante missiva di addio, ricordando e salutando il prof. appena scomparso: “Era il mio professore preferito, quello di storia.

 

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Come ce la raccontava lui, non ci riusciva nessuno. Ci pareva di scendere i colli insieme ai partigiani, di essere fuori dalla Renault 4 in cui fu ritrovato Moro o di soffrire guardando da vicino Jan Palach che in piazza San Venceslao si cospargeva di benzina. Era di sinistra, ma di sinistra vera. Quella che si fa prima nelle relazioni quotidiane e poi nelle sezioni di partito. Quella che noi studenti eravamo tutti uguali, ma per davvero. Quella che l’umanità, viscerale, veniva prima del rendimento scolastico. Non era credente, eppure amare il prossimo più di sé era la sua filosofia di vita. Coi capelli lunghi, le canzoni dei cantautori e la cartellina rossa con la scritta “ripudio la guerra”, non aveva mezze misure perché aveva deciso da che parte stare. Lui era dalla nostra parte, la parte degli studenti. Contro la riforma Moratti, contro la scuola dei padroni e le privatizzazioni, per una cultura diffusa e la libertà delle idee. Lottava ogni giorno, io me lo ricordo. Lottava accanto a noi, mai dietro la cattedra. Ci diceva di leggere, di studiare per imparare a difenderci, per farci sentire. Prima delle sue lezioni mi caricavo leggendo “Lettere contro la guerra” di Terzani. Erano gli anni dell’offensiva americana in Iraq che lui non ha mai approvato. Fu il primo a spiegarmi durante una ricreazione il compromesso storico anche se le lezioni del IV ginnasio prevedevano preistoria e società ellenistica. Parte di quello che sono glielo devo. Non l’ho mai più rivisto, i suoi saluti mi arrivavano con mio padre. Poi un giorno ho saputo che si era ammalato. Ieri ha lasciato questa terra. L’ha lasciata dopo averci cambiati, dopo averci resi migliori, al di là dell’orientamento politico e delle convinzioni. Da uomo laico qual era non gli sarebbe piaciuto sentirsi augurare il paradiso. E così spero che da quell’altro lato del cielo possa trovare la libertà e i diritti per tutti che ha sempre sognato e l’uguaglianza che ha sempre professato. Ci rivedremo, e saremo sempre e per sempre dalla stessa parte, Prof.

Con amore,

Rossella.