Home I lettori ci scrivono Formare i nativi digitali: la ridefinizione del mandato affidato ai docenti

Formare i nativi digitali: la ridefinizione del mandato affidato ai docenti

CONDIVIDI

Tra i problemi che affollano lo scenario scolastico spicca quello della formazione dei nativi digitali. La strategia governativa mira all’ammodernamento dei laboratori, con un investimento di 1.725 miliardi, a completamento del Piano Nazionale per la corrispondente formazione dei docenti.

L’attenzione è puntata sull’emittente del messaggio educativo, mentre sono trascurate le peculiarità del destinatario; è dimenticato il principio: “Per comunicare in modo efficace, occorre prendere in considerazione il punto di vista, le necessità e lo stato d’animo dell’interlocutore”.

La distanza che nelle aule scolastiche separa l’intenzionalità dell’emittente dalle attese del ricevente è enfatizzata in un’affermazione di Uto Ughi, violinista di fama mondiale: “I Maneskin sono un insulto alla cultura e all’arte”. L’artista rappresenta la tradizione mentre il sentire dei giovani risalta nella musica.

Per superare tali separazioni si scandaglierà ora il mondo giovanile: s’individueranno alcuni aspetti sensibili per vincolare la progettazione dei processi d’apprendimento.

Iniziamo dalla predominanza delle immagini nelle comunicazioni: il ricorso allo scrivere e al leggere è ridotto in modo significativo. Si è passati da una rappresentazione della realtà unidimensionale a quella a due dimensioni. Gli elementi della prima sono razionalmente connessi, mentre, quelli della seconda, per la loro quantità e varietà, sono da selezionare e interpretare. Esigenza: valorizzare il pensiero logico-formale.

Si rifletta ora sui videogiochi in cui si affrontano situazioni aperte: si devono riconoscere problemi, fare scelte, formulare ipotesi, costruire modelli, gestire strategie, capitalizzare gli errori. I giocatori sono posti in situazioni ignote, in cui devono agire razionalmente e senza indugio: coinvolgimento, passione e divertimento sono la risultante. Esigenza: valorizzare il protagonismo.

L’ultimo aspetto qui considerato riguarda i cellulari; il loro assiduo utilizzo soddisfa i bisogni di fare gruppo, di socializzare, di consenso. Esigenza: valorizzare il lavoro d’équipe.

Tre proposte didattiche, adeguate alle esigenze indicate, sono visibili in rete “Ministra Azzolina, non si perda nel labirinto”.

Concludendo. Il rispetto dei principi che sono alla base di una comunicazione efficace implica la ridefinizione del mandato affidato ai docenti. Il quesito cui dovrebbero rispondere è: “La legge 53/2003 individua nelle conoscenze e nelle abilità gli strumenti per consolidare capacità e promuovere competenze generali. Analizzate la vostra materia d’insegnamento per identificarne le potenzialità formative”.

Enrico Maranzana