Home Attualità Formazione docenti: va migliorata. Il Ministro ha già qualche idea in merito.

Formazione docenti: va migliorata. Il Ministro ha già qualche idea in merito.

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Non basta dire che la formazione in servizio è obbligatoria, permanente e strutturale, come recita il comma 124 della legge 107/2015 né basta stabilire che le scuole debbano inserire nel PTOF il piano annuale rivolto ai docenti e a tutto il restante personale.

Lo sottolineano gli esperti del “Comitato dei 18”, coordinato a suo tempo dall’attuale ministro Patrizio Bianchi; esperti che però fanno osservare che “ci sono contrapposizioni con le parti sociali, non ancora risolte, rispetto alla collocazione e alla obbligatorietà delle ore da dedicare alla formazione nel quadro complessivo dell’orario previsto per la funzione docente”.

Il Comitato, e quindi lo stesso Ministro, evidenzia le diverse criticità emerse in questi anni a partire dal fatto che non sempre ci sono stati collegamenti efficaci tra i corsi effettuati dai docenti e le attività (didattiche e organizzative) realizzate nelle specifiche istituzioni scolastiche.
Per non parlare dei problemi legati ai “parametri di costo, imposti a livello nazionale, che si sono rivelati pressoché inadeguati”; probabilmente il Comitato intende riferirsi al fatto che i compensi previsti per i relatori sono modesti e non sempre hanno consentito di selezionare adeguatamente i formatori.

Tanto che – sostiene il Comitato – sarà assolutamente necessario “stabilire nuovi standard organizzativi, di funzionamento e di costo che siano adeguati e realisticamente applicabili, ma anche facilitare il procurement della formazione (bandi, chiamate dirette…)”
Senza trascurare la necessità di “accertare, valutare e certificare, attraverso forme semplici ma efficaci, le competenze acquisite (non bastano i questionari di gradimento o la semplice verifica di poche nozioni)” oltre che di “dare rilievo ai processi di autoformazione e alle ricerche metodologiche e didattiche delle comunità di pratiche (formalizzazione dei percorsi, dossier, patti professionali, portfolio…)”.

Insomma, al nuovo Ministro il tema della formazione in servizio sta particolarmente a cuore e non mancano le idee su come intervenire.