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Fridays for Future: oggi in 20 città si scende in piazza per il clima

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Oggi, venerdì 11 aprile, il  movimento Fridays for Future Italia torna in piazza in tutto il Paese per la giornata mondiale di Sciopero per il Clima

Sarebbero, specificano le agenzie, oltre venti le città, da Nord a Sud, con iniziative in programma. A sostegno dell’iniziativa anche Cgil che in un comunicato fa spiega come questa mobilitazione sia più necessaria più che mai, perché la crisi climatica avanza “pericolosamente spinta dall’inazione dei governi”.

Fridays for Future Italia, per suo conto,  invita intanto tutti a “manifestare in ogni forma per la giustizia climatica e sociale, per ogni decimo di grado in meno, per una pace giusta, costruita dalla democrazia, non per una guerra delle élite per il mantenimento delle disuguaglianze esistenti. Chi vuole la pace, prepari la vita”.

Il movimento chiede di realizzare pienamente la “riconversione ecologica: attraverso la creazione di posti di lavoro nei settori socialmente e ambientalmente utili; con una pianificazione dal basso che parta dalla raccolta dei reali bisogni presenti nelle città e territori iniziando con il bloccare tutti i progetti dannosi presenti o programmati; fermando la repressione di chi manifesta e la cementificazione delle nostre città, vera guerra del cemento alla vita”. 

Intanto, viene denunciato che nel 2024 la temperatura registrata è maggiore di un grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali, che se rapportata al corpo umano significa passare da una temperatura di 36,30 a una di 38,00 gradi e dunque con la febbre. 

Secondo quanto pubblica Adnkronos, il movimento ambientalista “Ultima Generazione”, se per un verso starebbe riflettendo su una nuova fase nella propria strategia di mobilitazione, definendo il nuovo Decreto sicurezza, “un attacco diretto al dissenso, mascherato da legalità”, dall’altro gli attivisti starebbero preparando “azioni di disobbedienza civile non-violenta” con un obiettivo preciso: riportare l’attenzione pubblica e politica sul tema della “repressione del dissenso” e sulla crisi climatica. 

La protesta potrebbe spostarsi davanti al Quirinale, dove Ultima Generazione starebbe valutando “forme di mobilitazione radicali” ma pacifiche, tra cui uno sciopero della fame a oltranza. Gli attivisti per il clima denunciano quello che definiscono un uso distorto e pericoloso del nuovo pacchetto sicurezza varato dal governo, “che svuota la democrazia dei suoi principi fondamentali mentre ne conserva solo le apparenze”. 

Si preparerebbero insomma a un cambio di rotta nelle modalità di protesta.