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Gavosto sul Liceo del made in Italy: non si capisce cosa lo differenzi da altri indirizzi. Tanta enfasi, pochi contenuti. Il quadro orario

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Andrea Gavosto e Marco Gioannini firmano, su la Voce.it, una riflessione sul Liceo del Made in Italy, voluto dal governo Meloni e annunciato con forza, come se fosse un corso di studi rivoluzionario e di cui tutti sentivano la necessità e invece subito scrivono: “un fallimento annunciato, per numerose ragioni”.

Intanto troppa enfasi per “contenuti didattici confusi e senza alcuna evidenza che rispondesse a una reale esigenza delle famiglie”, mentre la fretta di vararlo ha provocato solo difficoltà gli istituti scolastici e impedito di acquisire informazioni utili agli studenti, per cui, questa  “falsa partenza potrebbe avere riflessi negativi anche per i successivi anni”.

Ma non solo, secondo i due esperti la nascita del nuovo liceo viene annunciata a sorpresa a Vinitaly il 3 aprile 2023 dalla stessa Giorgia Meloni, senza la presenza del ministro Valditara innescando così il sospetto che non ne fosse a conoscenza, mentre sembra intestarsi l’idea  il ministro Adolfo Urso, titolare del dicastero delle Imprese e del made in Italy.

Su pressione delle forze politiche, commentano Gavosto e Gioannini, si accelerano i profili  e i contenuti organizzativi e didattici al nuovo indirizzo, ma per avviarlo “nelle scuole già nell’anno scolastico 2024-2025 – solo i licei delle scienze umane con l’opzione economico-sociale (Les) potranno per ora attivarlo – sono condizionate dall’iter legislativo, che si conclude il 20 dicembre scorso con l’approvazione parlamentare della legge 206/2023, ossia, nel pieno delle vacanze natalizie, dopo che quasi tutti gli istituti avevano già presentato la propria offerta formativa e a tre settimane dall’inizio delle iscrizioni”.

Si corre ai ripari fissando al 15 gennaio la data (poi prorogata al 18 gennaio) entro la quale gli istituti con il Les devono presentare richiesta di attivazione del liceo del made in Italy e posticipando al 23 gennaio quella per l’avvio delle iscrizioni al nuovo indirizzo, che si chiuderanno per tutti il 10 febbraio.

Tutto risolto? Niente affatto, perché dopo la scadenza, “il Mim ha annunciato che sono 120 gli istituti scolastici in tutta Italia ad avere richiesto l’attivazione del liceo del made in Italy. Poiché i licei delle scienze umane con opzione Les ad agosto risultavano essere 535 (419 statali e 116 paritari), il tasso di adesione è stato dunque di poco sopra il 20 per cento. Per il momento, però, solo 92 sono stati autorizzati a partire con le prime classi, mentre 22 sono in attesa del via libera della Regione Campania e altri 6 non avevano i requisiti. Ora, però, si tratta di vedere quanti saranno gli allievi effettivamente iscritti”.

I due inoltre segnalano che da parte di alcune migliaia di docenti che hanno scritto, non casualmente, al ministro Urso, c’è il timore che “l’istituzione del liceo del made in Italy comporti la scomparsa del Les. Quest’ultima è un’opzione relativamente recente, che pur senza numeri straordinari – 83 mila studenti sugli oltre 2.630.000 che frequentano quest’anno la secondaria di II grado statale – negli ultimi anni si sta tuttavia consolidando e registra un costante aumento delle iscrizioni al primo anno: erano il 3,2 per cento del totale nell’anno scolastico 2022-2023, sono il 3,7 per cento quest’anno”. 

“Di certo, ogni istituto che attivi nuove prime classi di made in Italy dovrà rinunciare a un numero equivalente di prime classi Les, ostacolando una domanda in crescita nella speranza di una domanda la cui consistenza è da verificare”.

Per quanto riguarda i contenuti noti e relativi solo al biennio iniziale, “le differenze rispetto al Les sono francamente modeste”, per cui “avrebbe avuto più senso arricchire le competenze degli istituti tecnici tecnologici e degli istituti professionali, che sono già vocati alla produzione e al marketing dei prodotti italiani, con un’ampia copertura dei comparti interessati”.

Una operazione dunque affrettata “per soddisfare le richieste della presidente del Consiglio”, mentre è  “mancata una riflessione approfondita di quali siano le maggiori competenze che gli studenti devono sviluppare rispetto a indirizzi già esistenti, come il liceo economico-sociale e gli istituti tecnici e professionali”

Ecco il Quadro orario insegnamenti liceo made in italy confronto con Les

(Il quadro orario degli insegnamenti per il terzo, quarto e quinto anno è in fase di definizione)

Lingua e letteratura italiana: 132                 (come LES)
Storia e Geografia: 99                                  (come LES)
Diritto: 99                                                      (LES ha 99 di Diritto ed Economia + 99 Scienze Umane**)

Economia politica: 99
Lingua e cultura straniera 1: 99                   (come LES)
Lingua e cultura straniera 2: 66                   (LES ne ha 99)
Matematica*: 99                                           (come LES)
Scienze naturali**: 66                                   (come LES)
Scienze motorie e sportive: 66                      (come LES)                       
Storia dell’arte: 33                                        (LES non ne ha, cominciano dal triennio)
Religione cattolica o Attività alternative: 33              (come LES)