
L’Unicef attraverso i suoi responsabili fa sapere: “Il mondo non può e non deve permettere che questo continui”, infatti dal 7 ottobre 2023, da oltre 700 giorni, Gaza è teatro di un dramma umanitario che sfida ogni razionalità: bambini uccisi, mutilati, sfollati, macerie.
E poi i numeri: 64.000 bambini uccisi o mutilati nella Striscia di Gaza, tra cui almeno 1.000 neonati, col commento dell’Unicef: “Non sappiamo quanti altri siano morti a causa di malattie prevenibili, per fame o siano sepolti sotto le macerie”, mentre i prigionieri palestinesi ancora vivi sono detenuti “in condizioni deplorevoli” e rinnova l’invito: rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi.
Ma viene pure denunciato che la carestia persiste a Gaza City e si sta diffondendo verso sud, dove i bambini vivono già in condizioni disastrose. La crisi legata alla malnutrizione, soprattutto tra gli infanti, rimane drammatica. Mesi senza cibo adeguato hanno causato danni permanenti alla crescita e allo sviluppo dei bambini.
Solo sabato mattina, secondo rapporti, almeno 14 bambini sono stati uccisi in nuovi attacchi.
Anche la Croce Rossa italiana, rilanciando i dati Unicef, ha commentato: “È una tragedia, non c’è altro termine. 64.000 bambini uccisi o mutilati. Un orrore” e i pochi che sopravvivono porteranno dentro di sé le immagini del conflitto, le ferite visibili e invisibili dell’infanzia che non c’è più.
Il prezzo che paga Gaza è troppo alto: generazioni devastate, speranze disperse, un’intera società tenuta sotto assedio e senza respiro.
La necessità di un cessate il fuoco non potrebbe essere più urgente. Il diritto internazionale umanitario è chiaro: chiediamo a Israele di garantire la piena protezione della vita di tutti i civili. Negare l’assistenza umanitaria ai civili è inequivocabilmente proibito. I principi di distinzione, proporzionalità e precauzione devono guidare tutte le azioni militari e i civili che non possono, non vogliono o scelgono di non evacuare le zone di combattimento rimangono civili e devono essere sempre protetti.
Ogni bambino ucciso è una perdita insostituibile. Per il bene di tutti i bambini di Gaza, questa guerra deve finire ora.




