
Ogni generazione ha sempre affrontato le sue guerre ma poi è andata avanti/e in ogni generazione c’è chi ha lottato nelle piazze con slogan e canti.
È l’incipit della canzone che accompagna i titoli di coda di un documentario – viaggio all’interno del mondo di quei giovani che siamo soliti definire i nativi digitali. Il titolo, sia della canzone che del documentario, è “Generazione Z” e l’autore di entrambi è Alex Fusaro, cantautore e docente di musica al polo di istruzione professionale Istituto ”Giuseppe Medici”, di Legnago.
Della Generazione Z, lo ricordiamo, fanno parte coloro che sono nati in un arco temporale abbastanza vasto, per la verità, dalla fine degli anni ’90 al 2012 circa. All’interno troveremo dunque dei quasi trentenni ma anche i ragazzi che oggi frequentano le scuole secondarie superiori, che i nostri docenti conoscono bene e con i quali si confrontano ogni giorno. Sono ragazzi e ragazze che spesso vengono catalogati, massificati e fatti rientrare in gruppi omogenei o presunti tali. Spesso, quando si parla di loro si inizia con “i giovani d’oggi”. Tuttavia, ogni adolescente – ma in generale ogni persona – porta dentro di sé un mondo che è diverso da quello di tutti gli altri, anche se spesso, per debolezza, insicurezza, paura, si attiva il meccanismo dell’omologazione, per nascondersi fino a scomparire all’interno di un gruppo più rassicurante.
Il documentario, disponibile in versione integrale su Youtube, dura poco più di un’ora e si sviluppa attorno a una serie di temi: i social e i rapporti con i mezzi tecnologici, i rapporti con i pari, le amicizie, le relazioni sentimentali e la famiglia, discriminazione e inclusione a scuola e nella società, i disturbi del comportamento alimentare, gli anni della pandemia e dell’isolamento e tanti altri ancora, dalle dipendenze da droghe e alcol all’attenzione della Generazione Z per l’ambiente.
Come riporta la redazione veronese del Corriere del Veneto, il documentario si propone come un mosaico di storie, emozioni e riflessioni scaturite da venti interviste ad altrettanti ragazzi e ragazze di Verona e non solo, studenti e studentesse liceali, che raccontano le loro sfide, esperienze, sogni e progetti. Il tutto commentato, di volta in volta, da adulti esperti che nel documentario vengono semplicemente presentati come “intergeneration”, a sottolineare la volontà di una comunicazione transgenerazionale chiara, aperta, priva di pregiudizi tra adolescenti e adulti.
Interessante la posizione di Camilla su ciò che la scuola debba rappresentare per chi la frequenta. La giovane studentessa esordisce dicendo che il suo istituto prevede la cosiddetta carriera alias che, come viene definita dalla Treccani, “è inquadrata come un profilo burocratico, alternativo e temporaneo, riservato agli studenti transgender. Un nome scelto viene quindi a sostituire il nome anagrafico, quello scritto nei documenti ufficiali e dato alla nascita in base al sesso biologico.”
Camilla continua sostenendo che la scuola è un posto che ti deve sì insegnare certe nozioni e una certa cultura, ma ti deve anche insegnare a vivere. E ti puoi sentire veramente libero se ti senti a tuo agio nel posto in cui ti insegnano a farlo.
Intervistato dal Corriere del Veneto, il regista Alex Fusaro tiene a sottolineare che “Generazione Z” è un’opportunità di dialogo tra generazioni. Un ponte che unisce esperienze e sfide presenti a quelle del passato, superando le distanze temporali e le incomprensioni. Il documentario diventa così uno strumento educativo, dedicato a scuole, famiglie e spazi di sensibilizzazione.
Questo l’indirizzo per chi volesse dare un’occhiata al documentario “Generazione Z”: https://www.youtube.com/watch?v=CtwZbCo5asM