Home Attualità Genitori contro la preside della scuola “Malerba” di Catania

Genitori contro la preside della scuola “Malerba” di Catania

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Non c’è pace tra gli ulivi, diremmo con Deledda, e nemmeno nella scuola Agatino Malerba di Catania, ubicata nel quartiere Picanello-Ognina, fra i più popolosi della città etnea.

Qui, si legge sul quotidiano locale, La Sicilia, e sul portale SudPress, il Consiglio di Istituto ha spedito agli Uffici scolastici provinciale e regionale, al Ministero dell’istruzione, all’assessorato regionale e financo al sindaco di Catania una comunicazione, nella quale vengono denunciate criticità nella gestione della scuola a seguito dell’insediamento della nuova dirigente scolastica, avvenuto all’inizio dell’anno scolastico.

Sembra che alcune famiglie con figli disabili, invece di essere agevolati in base alle criticità di cui i loro ragazzi sono portatori, avrebbero invece incontrato difficoltà burocratiche nell’ottenere permessi per l’uscita anticipata necessaria allo svolgimento di terapie mediche, comprese quelle oncologiche

Un fatto assolutamente strano e che non ha risconto altrove, ma che i genitori sbandierano quando si sono visti rifiutati dalla nuova dirigente i permessi, perché ritenuti incoerenti e variabili nel tempo, e invitati dunque a fornire certificazioni sottoscritte da specialisti, da strutture sanitarie o medici curanti. 

Ma si lamenta perfino il reale rischio, considerato appunto l’ubicazione stessa della scuola, che tali difficoltà burocratiche possano scoraggiare la frequenza scolastica di alunni con esigenze particolari. L’istituto infatti accoglie circa 100 alunni con disabilità o provenienti da contesti familiari difficili, su un totale di circa 800 studenti.

Da qui l’intervento del Consiglio di Istituto per il quale, questa rigidità interpretativa avrebbe generato solo un clima di tensione tra le famiglie e la scuola, considerato pure che negli anni precedenti, l’Istituto comprensivo, gestito da altra dirigente per ben 16 anni, ha adottato criteri più flessibili per agevolare le famiglie, cercando di garantire un ambiente inclusivo e di supporto e di collaborazione nei confronti delle loro difficoltà che sono sia di carattere economico sia ambientale e culturale. 

Ma sembra inoltre, come viene riportato dai giornali locali, che il Consiglio di Istituto avrebbe segnalato ai vari uffici scolastici il caso di un gruppo di genitori che avrebbe chiesto la possibilità di mantenere unita una classe di alunni della scuola primaria “nel passaggio alla scuola secondaria, per garantire la continuità didattica, in particolare nell’indirizzo musicale”. 

E anche tale richiesta non sarebbe stata accolta, con la motivazione, anche a nostro parere un po’ forzata, che le classi devono essere formate seguendo il principio di eterogeneità e non di continuità, segnalando pure che la dirigente avrebbe giustificato altresì il rifiuto, sbandierando la possibilità di essere accusata di favoritismo, anche se non si capisce a favore di chi, visto che la classe era già formata dalla primaria. 

Ma non finisce qui questa strana vicenda. 

Se per un verso alcuni genitori avrebbero deciso di iscrivere i propri figli in altri istituti, le famiglie denunciano pure di avere riscontrato difficoltà a parlare con la dirigente la quale, avendo stabilito degli orari rigidi di ricevimento, non avrebbe ammesso deroghe, pretendendo che gli appuntamenti fossero presi solo ed esclusivamente per mail, interrompendo così anche la possibilità di dialogo e di confronto con le famiglie. 

E al loro malcontento, si sarebbe aggiunto anche quello del personale scolastico. Infatti, diversi docenti e collaboratori hanno rassegnato le dimissioni dai loro incarichi aggiuntivi, tra cui vicari di plesso e coordinatori di classe, mentre altri avrebbero manifestato l’intenzione di chiedere il trasferimento.

Per questo, il Consiglio di Istituto ha richiesto l’intervento delle autorità competenti per valutare la situazione, inviando un ispettore o addirittura sollevandola dall’incarico, mentre il documento ipotizza la possibilità di un cambio nella presidenza, qualora fosse ritenuto necessario per ristabilire un clima sereno e collaborativo, come quello che la precedente dirigente ha garantito per ben 16 anni.