Home Politica scolastica Giannini: “Trovare soluzione alla piaga del precariato”

Giannini: “Trovare soluzione alla piaga del precariato”

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Il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, è intervenuta telefonicamente al programma “Mattino5”, ospite della rubrica “La telefonata” condotta dal direttore di “Libero”, Maurizio Belpietro. Diversi gli argomenti trattati. Il Ministro ha parlato dei 170mila precari della scuola precisando che va avviato uno “smaltimento” graduale e poi “tornare ad un normale reclutamento”. 
“Ci sono circa 170mila oggi i precari di varie tipologie, che hanno ancora bisogno di una soluzione” – ha dichiarato la Giannini – per i quali non sarà però percorsa la strada della stabilizzazione come pacchetto totale. Si farà invece “in modo di smaltire questa piaga tutta italiana ed avviare un reclutamento che non sia a singhiozzo e consenta a tutti i giovani che vogliono fare questo lavoro di farlo se hanno titoli e meriti”. Per il Ministro i 51 miliardi che il settore spende in stipendi “sono pochi se si considerano i 270 miliardi per le pensioni. Se facciamo una proporzione con il debito sul passato. Oltre alla quantità – ha osservato – è importante avere la certezza, si è lavorato al giorno cercando di tamponare l’emergenza”. 
Spazio poi al tema dell’edilizia scolastica: il titolare di Viale Trastevere ha ribadito che “gli edifici sono la base, perchè un Paese avanzato non può permettersi di mandare i bambini a scuola in condizioni di scarsa sicurezza. I soldi ci sono, ricavati dallo svincolo del Patto di Stabilità con i comuni e quelli del Ministero dell’Istruzione, già destinati all’edilizia”.
“E’ stata costituita – ha spiegato infine il ministro Giannini – un’entità di missione proprio per gestire 10.000 interventi in tutta Italia e credo che nei prossimi due mesi saremo in grado di dare i tempi precisi. L’idea è quella di poter arrivare alla cantierabilità dei progetti a giugno e poter avere nel corso dell’estate tutti gli interventi in corso. La vera novità è aver parlato di scuola subito e aver messo l’istruzione al centro dell’agenda politica, che non è un fatto scontato in generale e, in particolare, per il nostro Paese. Bisogna occuparsi di chi sta dentro le aule dalla scuola dell’infanzia all’università”.