Home Attualità Giornata della Libertà fra le polemiche, Valditara scrive agli studenti parlando di...

Giornata della Libertà fra le polemiche, Valditara scrive agli studenti parlando di anticomunismo

CONDIVIDI

Come era facile prevedere il messaggio di Valditara inviato alle scuole in occasione della Giornata della Libertà ha scatenato proteste e polemiche.
“Valditara – osservano in tanti – ha parlato in lungo e in largo degli errori (e degli orrori) del comunismo ma non ha speso molte parole di condanna per gli altri totalitarismi del secolo scorso”.
Per la verità una polemica perfettamente identica si sviluppò nel Parlamento italiano nel 2003 e nel 2005 quando la legge istitutiva della Giornata della Libertà venne discussa prima al Senato e poi alla Camera.
Rileggere gli atti parlamentari dell’epoca può essere molto istruttivo.
Intanto si potrebbe venire a sapere che la legge venne presentata al Senato nel 2003 dove in poche sedute fu approvata per essere poi trasmessa alla Camera dove però venne posta all’ordine del giorno dei lavori solo nei primi mesi del 2005.
Già al Senato, fin dalle prime battute, fu chiaro che la legge, fortemente voluta dalla maggioranza di centro-destra che in quel momento era Governo,  non avrebbe raccolto il consenso generale.
L’opposizione fece subito rilevare che la vera “Giornata della libertà” esisteva da più di mezzo secolo e coincideva con il 25 aprile, quando l’Italia si liberò dalla invasione tedesca e dalla dittatura fascista.
Alla Camera gli interventi della minoranza parlamentare furono numerosi.

Ci fu anche chi fece osservare che quella del 9 novembre non è assolutamente una bella data perché in quello stesso giorno, nel 1926, erano entrate in vigore le norme che limitavano la libertà di stampa e istituivano i tribunali speciali.
Le opposizioni (DS e Margherita erano i gruppi più numerosi) presentarono diversi emendamenti, ma non ci fu nulla da fare.
Al Senato il DS Franco Bassanini fece un tentativo di mediazione presentando un emendamento che prevedeva di intitolare la giornata alla Libertà ma anche ai valori europei.

A volere la legge erano stati soprattutto Forza Italia e Alleanza Nazionale; alla Camera la relazione introduttiva venne presentata da Ignazio La Russa che così concludeva il suo intervento: “Mi auguro che, senza polemiche e con la massima condivisione di tutta l’Assemblea, questa data trovi la vostra adesione come «Giorno della libertà”
Il resoconto ufficiale della seduta riporta questo commento: “Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia” e non sfuggirà che mancarono gli applausi della Lega che pure faceva parte della maggioranza.
In effetti al termine del dibattito i deputati della Lega votarono a favore non senza però aver fatto mettere a verbale che avrebbero gradito che il 9 novembre fosse denominato Giorno della libertà e dell’indipendenza dei popoli europei”.
Forse l’idea della Lega non era poi così distante dal senso dell’emendamento che Franco Bassanini aveva presentato al Senato e che avrebbe potuto mettere d’accordo tutti. Alla fine, però, prevalse nella maggioranza politica del momento l’esigenza di considerare il provvedimento come una scelta “identitaria” per differenziarsi da un centro-sinistra ancora troppo legato all’ideologia comunista.
Significative, in proposito, furono le parole di La Russa che ricordò che senza la caduta del Muro, l’ex comunista Massimo D’Alema non avrebbe mai potuto fare il Presidente del Consiglio seppure soltanto per pochi mesi.
E anche oggi sembra che il copione sia ancora quello.
Con le sue parole il Ministro Valditara ha voluto forse rivendicare il suo solido anticomunismo, anche a costo di trascurare il fatto che la stessa legge 61 del 2005 parla dell’abbattimento del muro di Berlino, come di un “evento  simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo”.
Nel tentativo di stroncare le polemiche il Ministro ha fatto nel pomeriggio una breve dichiarazione parlando di “polemiche strumentali su tragedie della Storia che meriterebbero ben altro approccio” e concludendo con una frase che potrebbe persino alimentare ulteriori contrasti: “Mi limito ad osservare solamente che c’è chi è un fiero e sincero amico di Israele e chi è amico di Hamas. Io sono amico dello Stato ebraico”.