
Ultimamente si fa una gran confusione tra vera psicologia dell’età evolutiva, che coglie i bisogni profondi delle persone in crescita, e lo psicologismo aziendalistico da quattro soldi delle “life skills”.
Allo stesso modo sembra che si faccia molta fatica a distinguere l’ascolto attento, affettuoso e rispettoso dovuto agli studenti dall’incapacità di porre limiti e regole chiari, giusti e motivati, specie a fronte di un’età molto particolare come l’adolescenza.
A Lugo di Romagna, dopo due anni di ripetute situazioni anomale (i genitori parlano di allarme antincendio, con relativa evacuazione, fatto scattare più volte al giorno), un gruppo di studenti ha circondato un compagno e ha dato vita a un vero e proprio pestaggio, interrotto fortunatamente da alcuni studenti più grandi.
Questo e altri episodi di cronaca ci dimostrano sempre più spesso che la difficoltà adulta di assumersi anche nel contesto scolastico la responsabilità di dire “fin qui sì, oltre no” – che è esattamente quello che gli adolescenti si aspettano dagli adulti, anche quando sembrano opporre un rifiuto alle regole – va a tutto danno degli studenti e della funzione stessa della scuola. Gli adolescenti hanno bisogno del contenimento offerto da un contesto di regole sensate e costruttive, anche per mettersi alla prova “in sicurezza” nell’esplorare i limiti e per sapere che non sono invisibili per gli adulti. L’alternativa è l’innalzamento del livello di provocazione, anche per essere visti, fino ad arrivare alla violenza e alle dinamiche da branco, in cui prendono il sopravvento sugli altri le personalità più disturbate. Purtroppo le situazioni non gestite non possono che degenerare.
Gruppo La nostra scuola
Associazione Agorà 33