Home Attualità Giuliani: presto sapremo se Fedeli vuole ricucire coi docenti, ma riflettano pure...

Giuliani: presto sapremo se Fedeli vuole ricucire coi docenti, ma riflettano pure i sindacati

CONDIVIDI

“Il nuovo ministro dell’Istruzione raccoglie un’eredità difficile: la riforma 107/15 osteggiata dalla gran parte dei docenti. Non sarà facile sanare la frattura”.

A dirlo è stato Alessandro Giuliani, intervenuto il 13 dicembre a Radio Cusano Campus, a commento dell’arrivo a Viale Trastevere della senatrice Valeria Fedeli, al posto del ministro uscente Stefania Giannini.

“Se Fedeli ha intenzione di ricostruire un rapporto con i docenti lo scopriremo presto: nei prossimi giorni riprenderà il confronto sulla mobilità e quella sarà la prima occasione per comprendere la consistenza del cambio di gestione del Miur. I sindacati chiedono che il personale assunto fino al 2014 possa continuare a spostarsi senza perdere la titolarità, anche fuori provincia. Accontentarli, significherebbe mandare un segnale importante. Cui dovranno fare seguito altri, a cominciare dalle leggi delega che in qualche modo dovranno deviare da alcune rigidità della Legge 107/15 mai accettate dagli insegnanti, a partire dalla chiamata diretta fino ai trasferimenti su ambiti territoriali e anche fuori regione”.

Per il direttore della Tecnica della Scuola, pure i sindacati, tuttavia, dovranno cambiare registro. “Il mancato raggiungimento delle 500mila firma necessarie per arrivare al referendum che intendeva modificare quattro aspetti della Buona Scuola è un segnale indicativo. Evidentemente, non basta essere iscritti ad una sigla sindacale per aderire fino in fondo ai valori di quell’organizzazione. Spesso, soprattutto nella scuola, l’aderenza al sindacato è legata più a necessità pratiche. Come la presentazione delle domande, le ricostruzioni di carriera, gli stessi trasferimenti, piuttosto che l’avere piena coscienza della tutela dei propri diritti di lavoratore”.

“Ecco – ha concluso Giuliani – è probabilmente giunto il momento che i sindacati riflettano su questo, cercando anche loro di ricucire un rapporto con i lavoratori della scuola. Che probabilmente oggi si regge più sulle necessità pratiche, piuttosto che sui valori che dovrebbero animarlo”.