Home Attualità Gli insegnanti hanno prodotto un popolo rozzo ed ignorante?

Gli insegnanti hanno prodotto un popolo rozzo ed ignorante?

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Nel suo blog su L’Espresso  Mariangela Galatea Vaglio scrive: “La Scuola come lo Stato, una sottile nemica o, nel migliore dei casi, un enorme ed inutile carrozzone, che costa molto e non produce altro che disastri: un popolo rozzo ed ignorante, che legge poco, quel poco che legge non lo capisce nemmeno, si bea di spettacoli di pessimo gusto in tv, usa la rete per condividere bufale o perpetrare atti di bullismo. Se non abbiamo nei test internazionali gli stessi risultati delle nazioni più evolute, se il nostro sistema economico arranca e le competenze medie di lettura e calcolo degli Italiani sono ben al di sotto di quelle di altri stati, è colpa della scuola, che non funziona, e non è riuscita ad emendare o migliorare la società che le sta attorno”.

Riflettendo su quanto scritto dalla Vaglio, ovvero la scuola ha prodotto un popolo rozzo ed ignorante, che legge poco, quel poco che legge non lo capisce nemmeno, nascono le seguenti domande: Tutti gli insegnanti leggono? E se tutti gli insegnanti leggono, quale è la qualità delle loro letture e quale è la capacità di trasmettere ai propri alunni l’amore per la lettura? Una domanda tira l’altra, per cui ci chiediamo: Gli insegnanti quanto spendono mensilmente in libri? Che tipo di libri comprano? Cosa leggono nel web? Se è vero che la nostra scuola produce un popolo rozzo e ignorante un motivo sicuramente ci sarà, quale? Forse il mancato aggiornamento culturale degli insegnanti, derivante dalla mancanza di letture di alto livello? O nulla di tutto questo, perché il popolo rozzo e ignorante non esiste?

 

NOTA BENE

La giornalista Mariangela Galatea Vaglio, autrice dell’articolo “La scuola ha fallito. O forse no” pubblicato sul sito dell’Espresso e ripreso in questo post, ci comunica che il suo pensiero è stato completamente travisato in quanto nel suo blog afferma ESATTAMENTE IL CONTRARIO di quanto riportato dal nostro redattore Aldo Domenico Ficara.

Ci scusiamo con l’autrice e con i lettori.

LA DIREZIONE