Home Graduatorie Gps, cosa possono fare i docenti che si sentono vittime dell’algoritmo?

Gps, cosa possono fare i docenti che si sentono vittime dell’algoritmo?

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Intervenuto nel corso dell’appuntamento della ‘Tecnica risponde live’ dal titolo “Algoritmo Gps, come il Mi intende rimediare agli errori”, l’avvocato Dino Caudullo, esperto di diritto scolastico, ha fatto il quadro della situazione attuale, elencando anche i possibili ricorsi dei docenti danneggiati:

“Il Ministero ha bisogno di apprendere dalle organizzazioni sindacali quello che già sanno tutti gli Uffici Scolastici Territoriali d’Italia che sono sommersi dai reclami proposti dagli aspiranti a supplenza che si sono visti scavalcare, bypassare o che non hanno trovato la sede quando gli era stato conferito incarico su quella sede. Fa specie che il Ministero debba segnalare alle organizzazioni sindacali di segnalare eventuali anomalie. Queste dovrebbero essere già più che chiare all’amministrazione perché sin dalla prima tornata di convocazioni questi problemi sono emersi subito e sono stati tutti prontamente segnalati. Convocare una riunione solo il 6 ottobre quando siamo alla terza tornata di convocazioni e ad anno scolastico ampiamente iniziato, sostanzialmente per dire “diteci cosa non va, se ne parla l’anno prossimo” si unisce oltre al danno la beffa. È un non intervento comunque tardivo da parte dell’amministrazione perché ormai quello che è fatto è fatto. Il danno ormai si è consolidato nei confronti di chi non ha ricevuto alcun incarico, sia di chi ha ricevuto un incarico di durata inferiore rispetto a quello a cui aveva diritto o su una sede ben più lontana o più scomoda rispetto a quella che avrebbe potuto scegliere. C’è chi ha ricevuto incarico su una sede che si è rivelata inesistente e ci sono stati segnalati casi in cui il docente è stato incaricato, ha preso servizio e a distanza di ben 15 giorni gli viene comunicato che quella sede in realtà non c’è e quindi viene risolto il contratto. La beffa, che questi docenti risultano ancora occupati al sistema informatico del Ministero quindi non vengono più convocati nemmeno dalle graduatorie d’istituto, quindi restano totalmente privi di occupazione”.

Quali sono gli strumenti di tutela di chi sta subendo queste ingiustizie? “Ci troviamo di fronte a situazioni diverse che vanno affrontate in modo diverso – spiega Caudullo – limitarsi a diffidare l’amministrazione a rifare le operazioni produrrebbe un buco nell’acqua visto che siamo a ottobre. Nell’ipotesi in cui l’aspirante viene bypassato nelle operazioni di convocazione perché in virtù di quel meccanismo aberrante della rinuncia per non aver espresso la cattedra oraria piuttosto che la singola sede o il distretto e quindi non viene più convocato nelle operazioni successive perché viene considerato rinunciatario e tutte le disponibilità vengono considerate sopravvenute e quindi non viene più considerato per le convocazioni. Nell’ipotesi in cui questo aspirante dovesse rimanere privo di incarico, si potrebbe ipotizzare un’azione d’urgenza dinnanzi al giudice del lavoro prospettando il fatto che si aveva diritto all’incarico in ragione della posizione in graduatoria. Altre ipotesi, coloro che hanno perso il treno annuale tramite Gps o l’incarico fino al termine delle attività didattiche e sono stati ripescati dalle GI con supplenze temporanee. Qui, tenuto conto che le supplenze in qualche modo hanno tenuto uno stato di occupazione, potrebbero non sussistere i presupposti per un ricorso d’urgenza. Tuttavia, potrebbe ipotizzarsi un’azione risarcitoria per il riconoscimento del diritto al conferimento dell’incarico annuale quindi per colmare i buchi tra una supplenza temporanea e un’altra anche per quanto riguarda il punteggio del servizio che non si è potuto svolgere”.

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