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Grido di allarme sulla scuola che ha dimenticato lo studio della lingua italiana

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Due grandi studiosi della lingua italiana: uno, purtroppo, prematuramente scomparso, il prof. Luca Serianni, strenuo difensore dell’italiano nel mondo e l’altro vivente, il prof. Francesco Sabatini, anche lui assertore della difesa della lingua italiana. Qualche tempo fa questi due emeriti studiosi, accademici della Crusca lanciarono un grido di allarme sulla scuola che ha dimenticato lo studio della lingua italiana. L’italiano, che era considerata la quarta lingua più parlata e studiata al mondo, è diventata la cenerentola delle lingue mondiali.

Poco ci manca che sparisce del tutto per dare spazio alle altre lingue, eppure l’italiano ha una storia ed una tradizione letteraria da far invidia agli altri Paesi. A scuola, purtroppo, non si studia sufficientemente la grammatica italiana, soprattutto dalle scuole medie in poi. Nella scuola primaria si dovrebbero dedicare molte ore all’italiano scritto, insegnare agli alunni tutte le sfumature della nostra lingua. Sabatini afferma che, purtroppo, nell’era della digitalizzazione, si scrive solo al computer e questa è una cosa errata, perché a scuola soprattutto bisogna scrivere solo e sempre a mano, perché in questo modo si mette in moto non soltanto il cervello, ma tutto il corpo che partecipa al processo di scrittura con la sua espressività.

C’è poi il problema della lettura, in quanto si legge poco e male. Gli studenti non sanno esprimere per iscritto una frase compiuta minima perché non conoscono le regole della grammatica italiana. Per non parlare poi delle tesi di laurea scritte con i piedi e che molti docenti vorrebbero addirittura eliminare del tutto. Siamo veramente messi male sulla conoscenza della nostra lingua e forse chissà se ne verremo fuori.

Mario Bocola