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I barconi della ministra

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“Ai barconi si può rispondere con l’archeologia e con la diplomazia scientifica, che vuol dire che se noi saremo in grado di dare risposte concrete ad una domanda crescente di alta formazione e di cooperazione scientifica e anche di costituzione di un training permanente nella sponda sud del Mediterraneo, questa sarà la premessa perché si creino lì le condizioni di maggiori prosperità e di stabilità e si valorizzi quello che è il loro e il nostro patrimonio, cioè il capitale umano”.

A conclusione del workshop bilaterale Italia-Egitto la ministra dell’istruzione Stefania Giannini si è fermata in Duomo per contemplare il Telo che secondo la tradizione ha avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro.

Per chi si occupa di ricerca la Sindone ha un valore non solo dal punto di vista religioso ma scientifico. E l’Ostensione rappresenta anche “un motivo di orgoglio nazionale”. Per la ministra “è una visita toccante per due dimensioni. La prima è che al di là dell’interpretazione filologica impone una riflessione sulla sofferenza e sul dolore. La secondo dimensione è quella della ricerca scientifica e in questo c’è anche un po’ di orgoglio nazionale di settore”.

Giannini fa riferimento al lavoro dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica che dal 1978 cura l’illuminazione del Lino. “Un lavoro importante per migliorare la resa per i fedeli ma anche per permettere la conservazione della Sindone stessa”.

Per Giannini la visita alla Sindone è “una straordinaria occasione, un momento intimo di osservazione di un simbolo importante, al di là del messaggio evangelico, anche per i non credenti”.