Home La Tecnica consiglia I COBAS denunciano l’eliminazione degli “imperfetti/e”

I COBAS denunciano l’eliminazione degli “imperfetti/e”

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Dopo alcuni anni di stasi legislativa e di una “dimenticanza” delle istituzioni, la questione dei/delle docenti inidonei torna prepotentemente e malauguratamente in primo piano, di concerto con politiche scolastiche che della vessazione dei lavoratori/trici fragili in nome delle magnifiche sorti e progressive fa una bandiera da sventolare come un grande traguardo educativo e pedagogico. Fuori dalle scuole, quindi, gli “imperfetti/e”, gli sfortunati colpiti da tumore, i malcapitati che camminano a stento con le proprie gambe, i perseguitati dalle medicine e dalle terapie, quelli che all’interno delle scuole mortificano l’immagine di un ministero che ha fatto del merito e della perfezione la sua missione 2.0. Eppure è grazie agli “imperfetti/e”, ai malcapitati “docenti inidonei”, che numerose biblioteche scolastiche funzionano e danno lustro al PTOF d’istituto. È grazie a loro che i laboratori scientifici avvicinano gli studenti al mondo della natura, degli esperimenti, del pensiero creativo e operativo. È sempre grazie a loro se le segreterie possono contare su chi nella scuola ha passato la sua vita lavorativa e adesso mette a disposizione dell’amministrazione la sua esperienza. Ed ancora si può contare sull’insegnante “idoneo ad altri compiti” per l’organizzazione di conferenze e convegni, per lo svolgimento di pratiche inerenti la didattica, per la gestione di un evento pubblico organizzato dalla scuola. 

L’insegnante fuori ruolo, benché malato, ha un orario di lavoro di 36 ore settimanali, un piano ferie e permessi equiparato a quelle degli amministrativi e dei tecnici di laboratorio, gli ATA, nonostante le patologie di cui soffre, le terapie alle quali quotidianamente è soggetto, le difficoltà che incontra nella vita di tutti i giorni, le sofferenze fisiche che la malattia infligge al corpo e allo spirito. L’insegnante inidoneo, ma idoneo ad altri compiti, è una unità aggiuntiva che amplia la disponibilità del personale insegnante all’interno degli istituti scolastici e svolge attività che altrimenti comporterebbero costi aggiuntivi. Ha il suo cedolino con la voce insegnante in bella mostra e percepisce il bonus docenti di 500,00€ per la sua formazione annuale. È un docente fuori ruolo, ma sempre un docente.

Invece alcuni dirigenti, obnubilati dalle illazioni di ministri e parlamentari che non tollerano l’esistenza di chi per sua natura ha un passo più lento di quanto dovrebbe, ma sicuro e da professionista quale è, vessano i/le docenti inidonei con espedienti al limite della legalità, facendo pesare il proprio ruolo e ostentando intimidazioni e minacce che nulla dovrebbero avere a che fare con chi ha la responsabilità della direzione di una scuola pubblica. Si richiede al docente fuori ruolo la timbratura con il badge in entrata e in uscita, ignorando che spesso le scuole hanno più sedi e che le difficoltà di spostamento sono un impedimento di notevole portata per chi ha delle patologie. E inoltre si ignora il vuoto legislativo che lascia pochi spazi di manovra per l’imposizione del badge agli/alle insegnanti. La sentenza della Cassazione 11025/2006 dice a chiare note che il controllo dell’orario di lavoro per i dipendenti pubblici deve discendere da un’apposita normativa di tipo legislativo o contrattuale. Quindi il controllo orario del servizio dei docenti non può essere imposto dal dirigente scolastico perché non esiste alcuna norma legislativa e nemmeno contrattuale che lo prevede. E anche si richiede al docente fuori ruolo di svolgere servizi propri della professione ATA senza averne competenze e capacità. Oppure si tenta di limitare le possibilità di accedere alle ferie o ai permessi adducendo pretestuose ragioni di servizio. O anche si cancella il lavoro del docente inidoneo semplicemente relegandolo, con una conseguente triste umiliazione, in spazi angusti e con modeste mansioni.

Nel 2025 appena iniziato è ricominciata la caccia agli imperfetti/e, a coloro che ostacolano l’aziendalismo scolastico che molti dirigenti hanno fatto proprio in nome di una ipotetica nuova visione pedagogica che vorrebbe chiuse le biblioteche, i laboratori, le iniziative extra scolastiche, riducendo ancora una volta, con minacce e intimidazioni da parte anche dei DSGA,  i docenti inidonei a semplici collaboratori scolastici da controllare sistematicamente perché in odore di anomalia. È la miseria della politica che vuole colpire e sfiancare i/le docenti inidonei, che invece resistono ancora in nome di una scuola veramente inclusiva, plurale, aperta e accogliente e avendo dovuto lasciare le classi, non per colpa, ma per malattia, svolgono al meglio delle proprie possibilità, i compiti contrattualmente affidatigli: servizio di biblioteca e documentazione; organizzazione di laboratori; supporto didattico ed educativo; supporto nell’utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche; attività relative al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell’ambito del progetto d’istituto, rimanendo, comunque, docente. 

Filippo Agostini – Esecutivo COBAS Scuola di Roma e provincia e docente inidoneo

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