Home Personale I “furbetti” del rientro dopo le feste

I “furbetti” del rientro dopo le feste

CONDIVIDI

Ormai le vacanze sono finite! Con l’epifania che tutte le feste porta via, si può tranquillamente dire che la scuola riapre i suoi battenti.

Gli insegnanti e gli studenti sono chiamati al rientro a scuola, che in tutte le regioni italiane è fissato il prossimo 7 gennaio. Quindi si rientra di giovedì nel bel mezzo della settimana.
Una delle domande che si fanno i molti è: “Rientreranno tutti gli insegnanti il prossimo 7 gennaio o ci saranno i soliti docenti furbetti che allungheranno le vacanze?”.
L’occasione di prendersi 2 giorni di malattia per chi fa la settimana corta o ha il sabato libero o 3 giorni per chi dovrebbe essere in classe anche di sabato è ghiotta.
Si tratta di un malcostume tutto italiano quello di utilizzare giorni di malattia, legge 104/92 per assistere il congiunto gravemente malato, permessi retribuiti, congedi parentali vari, per fare i furbetti ed allungare le vacanze.
Diciamo che certi comportamenti sono profondamente sbagliati e danneggiano la collettività, oltre ad essere anche dei veri e propri reati. Utilizzare una legge ricca di senso civico come la 104/92 per allungare una vacanza e magari uscire a fare shopping con gli amici è eticamente censurabile, ma anche un vero e proprio illecito.
A tale proposito è utile ricordare che la Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 8784 del 30 aprile 2015, ha sancito la piena legittimità del licenziamento disciplinare del dipendente che non usi le ore concesse ex Legge 104 in maniera opportuna, ma andando a fare la spesa, divertirsi e ballare.
Per chi invece si ammala improvvisamente il giorno della “Befana” e quindi non può riprendere servizio il giorno successivo vogliamo ricordare che la visita fiscale è di fatto obbligatoria.
A tal proposito si ricorda che la reperibilità è attiva 7 giorni su 7 anche la domenica dalle ore 9 alle 13 di mattina e dalle 15 alle 18 di pomeriggio.
Chissà il giorno 7 gennaio quanti docenti si assenteranno dal riprendere servizio, speriamo solo che chi lo fa, lo faccia per un’esigenza vera e non per un atto di furbizia che lede l’immagine di una categoria in cui la grande maggioranza è composta da persone oneste e con il grande senso del dovere.