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I vescovi sono tali per intervento dello Spirito Santo, ma che c’entrano con la scuola laica?

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Non si placa le polemiche sull’intervento del vescovo di Pavia che alcuni giorni fa aveva parlato agli studenti di un istituto professionale della città toccando anche il tema della omosessualità.
“La tendenza omosessuale – aveva detto il vescovo – non è un peccato ma certamente è qualcosa di disordinato rispetto all’ordine della natura. Non sarà quella la strada che ti fa felice”.
Adesso, a distanza di tre settimane, interviene anche la CUB di Cosimo Scarinzi con una lettera inviata al dirigente scolastico della scuola, l’Ipsia L. Cremona di Pavia.
“Risulta alla scrivente organizzazione sindacale – si legge nella lettera – che il 7 marzo il vescovo di Pavia, Corrado Sanguineti, ha presenziato ad un incontro all’interno del ciclo di conferenze ‘L’Ipsia incontra le istituzioni’ durante il quale ha posto in essere diverse dichiarazioni e riflessioni omofobe”.
La CUB non si ferma alla condanna politica delle affermazioni del vescovo, ma, rifacendosi addirittura al diritto canonico pone una domanda ben precisa al dirigente scolastico.
All’iniziativa, che aveva come tema la legalità – sottolinea Scarinzi – è stato invitato un esponente della Chiesa, le cui funzioni troviamo ben sintetizzate in un articolo del diritto canonico (il 375, per la precisione): in “I Vescovi, che per divina istituzione sono successori degli Apostoli, mediante lo Spirito Santo che è stato loro donato, sono costituiti Pastori della Chiesa, perché siano anch’essi maestri di dottrina, sacerdoti del sacro culto e ministri del governo.”
La conclusione della CUB è netta: “Quale laicità istituzionale può essere veicolata attraverso questo invito?
Adesso si attende una eventuale risposta del dirigente scolastico.