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I vitalizi agli ex parlamentari? Guai a chi li tocca, è un diritto inalienabile!

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Dura la replica di Gerardo Bianco, presidente dell’associazione degli ex parlamentari della Repubblica, al presidente dell’Inps, Tito Boeri, in merto ai vitalizi degli ex parlamentari.

Il 14 luglio, il presidente dell’istituto di previdenze, aveva detto, infatti, che servono paletti per la concessione dei vitalizi. Se per Tito Boeri alla luce della “stretta” necessaria per far quadrare i conti pubblici, dovrebbero essere concessi solo a chi dimostra di esser disoccupato o con redditi bassi, Bianco replica con durezza. E lo fa appellandosi Costituzione e ai diritti inalienabili.

Il numero uno degli ex parlamentari, scrive l’Ansa il 17 luglio, ribadisce che “il vitalizio non è una pensione, così come l’indennità parlamentare non è una retribuzione per l’attività parlamentare svolta”. “L’indennità parlamentare, con il vitalizio ad essa strettamente connesso, sono stati inseriti nella Costituzione italiana a garanzia di due principi fondamentali: il principio di eguaglianza delle condizioni di accesso al Parlamento per tutti i cittadini, a prescindere dal loro reddito, dal loro patrimonio e grado di istruzione e – spiega – il principio del libero svolgimento del mandato parlamentare, senza condizionamenti e ricatti di alcun tipo, presenti e futuri”.

Secondo Bianco, quindi, è “improprio rapportare il vitalizio ad un problema di redditi ante e post mandato parlamentare, poiché tra essi non v’è alcuna relazione”.

Il presidente degli ex parlamentari sottolinea anche che la tesi di Boeri “del vitalizio come ‘assicurazione contro forti riduzioni del reddito’ non ha presupposti di ordine politico o giuridico sui quali reggere poiché l’indennità e il conseguente vitalizio attengono all’ordine costituzionale dell’Italia che ha nel Parlamento il su architrave democratico”.

 

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“Non ci siamo mai sottratti allo sforzo di solidarietà e di risanamento della finanza pubblica anche se abbiamo tutto il diritto di dubitare delle strade finora intraprese. Ciò che non possiamo accettare – conclude – è che vengano messi in discussione i principi costituzionali che regolano l’accesso e il libero svolgimento del mandato parlamentare”.

Insomma, la porta per ridurre la spesa pubblica rimane aperta. E non importa se ci sono ex parlamentari che in forza di una nomina di pochi giorni a Montecitorio o al Senato, percepiscono vitalizi anche da 2mila euro al mese. E non importa se a beneficiarne sono cittadini che già vantano redditi alti.

Perché sui vitalizi, sostiene Bianco, non si discute. Una posizione intransigente, che, possiamo scommetterci, alimenterà non poco le già accese discussioni sul tema: con tanti cittadini che parla di situazione immorale.

 

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