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Il brainstorming nella scuola delle competenze tecnologiche

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Il brainstorming è una tecnica utilizzata per incoraggiare il pensiero creativo e la produzione di molteplici idee su una questione specifica o un particolare problema. Queste tecniche di creatività furono ideate tra gli anni ’40 e ’50 da Alex Osborn e trovarono un’applicazione ideale soprattutto nel mondo della pubblicità, anche se poi furono utilizzate e diffuse in molti altri ambienti: dal mondo dell’industria a quello della scuola. Proprio nella scuola delle competenze il “pensiero verde e pensiero rosso” è un’interessante modalità utilizzabile nel brainstorming. Secondo questa tecnica, spesso utilizzata con successo nelle discipline di tecnologia, disegno e progettazione (in particolar modo nella meccatronica e nei controlli automatici), la prima fase di brainstorming è svolta applicando il concetto del pensiero verde, ovvero quello che serve per far emergere all’interno di un gruppo di progetto tutte le idee (anche quelle che possono sembrare non realizzabili o impossibili). In questo modo si stimola negli studenti l’innovazione, senza porre limiti alla fantasia e senza lasciarsi condizionare dai limiti reali. In seguito, dopo aver elencato e descritto tutte le idee, si passa al secondo step chiamato del pensiero rosso. Durante questa fase si analizzano di nuovo tutte le idee generate precedentemente verificandone la coerenza, la realizzabilità, le risorse necessarie e i tempi. Alla fine restano solo le idee praticamente fattibili e su quelle si costruisce il progetto. Nel brainstorming a scuola ci si avvale anche dell’utilizzo di mappe concettuali, infatti, queste ultime sono uno strumento grafico utile a rappresentare informazione e conoscenza. Le mappe concettuali servono per rappresentare in un grafico le proprie conoscenze intorno ad un argomento secondo un principio cognitivo di tipo costruttivista, per cui ogni singolo studente è autore del proprio percorso conoscitivo all’interno del contesto progettuale che si vuole attuare.