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Il concorso a cattedra “esclude” i ciechi

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Tra i bocciati al “concorsone” c’è  Gennaro Iorio, 35 anni, due lauree, che però è cieco. E nessuno al Miur si è preso la briga di garantire parità di condizioni ai non vedenti, violando così una sfilza di norme in materia e l’art. 3 della stessa Costituzione, quello che definisce compito essenziale della Repubblica “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Il Fatto Quotidiano denuncia quanto è appunto accaduto a Bologna al prof cieco, insegnante di Filosofia e Storia in un istituto tecnico commerciale di Imola. E’ stato ricercatore per cinque anni e dopo una laurea in Storia e Filosofia e in Antropologia ed epistemiologia delle religioni. Insomma, ha le carte in regola per candidarsi alle prove del 16 e 18 maggio. E’ anche vicepresidente dell’Unione italiana Ciechi di Bologna, sezione provinciale.

 

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Quando compila la domanda, scrive Il Fatto,  di partecipazione segnala subito la sua condizione nell’apposita casella che dovrebbe far accendere una lampadina a Roma. E invece niente. Iorio contatta allora l’Ufficio scolastico regionale per segnalare il problema chiedendo una trascrizione Braille dei test, ma la risposta è no. Chiede di poter usare il suo display, niente da fare. Chiede un software di scrittura e lettura per non vedenti, nisba.

“Tutte cose in uso da anni nelle scuole, niente di rivoluzionario o di costoso”, spiega. Alla fine di un lungo braccio di ferro otterrà solo un po’ di tempo in più e di essere affiancato da una persona che gli legge le domande. “Ma già erano complicate, figurarsi senza poterle leggere direttamente”. Il primo agosto escono i tabelloni: bocciato.

“Non posso dire che se fossi stato vedente sarebbe andata diversamente. Ma quello che so è che non sono partito alla pari. No sono stato messo nelle condizioni di svolgere questa prova come gli altri, che è una cosa banalissima da fare e a costo quasi zero. Sono anche deluso dalla mia associazione che si è fermata di fronte ai ‘no’ del ministero”.