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Il Governo del cambiamento (in peggio) non considera chi a scuola ci lavora

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È di questi giorni la bella notizia dell’aumento di stipendio assegnato ai dirigenti, speravamo che fosse accompagnato da un vistoso aumento anche per i docenti, invece solo briciole.

È stato inoltre cancellato l’unico decreto scritto dalle categorie interessate, il decreto legislativo 59 ed è stato abolito anche il concorso riservato per la terza fascia. Chi paga in ritardo le bollette dovrà pagare tre volte tanto e noi rabbrividiamo al pensiero di tutti i colleghi precari che ricevono lo stipendio dopo quattro mesi (se va bene), senza l’ombra di una multa per il Ministero inadempiente.

È stato introdotto l’insegnante di scienze motorie alla primaria, figura che condividiamo, soprattutto per il bene degli studenti, ma bisogna anche pensare ai tagli che questa decisione causerà: verranno perse innumerevoli cattedre e quindi diminuiranno le assunzioni alla scuola primaria. Saranno d’accordo i colleghi a lavorare 22 ore con uno stipendio inferiore a quello della secondaria? E se il piano fosse di far sparire la figura del maestro finché il corso di laurea in Sfp non farà la fine del diploma magistrale?

Vengono ipotizzate inoltre le figure del pedagogista e dello psicologo che non avranno il compito di ascoltare, quindi non saranno presenti, come già avviene, con uno sportello di ascolto a disposizione delle famiglie, degli insegnanti e dei discenti, ma avranno il compito di “sorvegliare” i docenti e intervenire per migliorare il loro stato di salute. Non sarebbe forse più saggio mandare in pensione i maestri ultra sessantenni che non riescono, giustamente, a sopportare lo stress che deriva dal lavoro con i bambini e i ragazzi? Tutto questo perché quei corsi di laurea non danno sbocchi di lavoro, alla faccia di chi diceva che la scuola non doveva essere un ammortizzatore sociale.

Dulcis in fundo, somministrazione dei farmaci: gli insegnanti verranno formati per somministrarli. Come? Da chi? In quali momenti?

Tutto questo viene deciso senza ascoltare e convocare in regolari audizioni le categorie interessate, i movimenti, i sindacati, le opposizioni.

Questo Ministro, in un primo momento, ci aveva lasciato ben sperare: dopo anni e anni, finalmente un collega al dicastero dell’Istruzione. Speranza presto delusa, occasione mancata, tanto per cambiare. Ma non era il governo del cambiamento? Sì, del cambiamento in peggio.

Ne approfittiamo per augurare a tutto il Mondo della Scuola un “sereno” Natale con la speranza che il nuovo anno porti anche una presa di coscienza da parte dell’attuale politica.

 

Rosa Sigillò/Mascia Meleo – coordinatrici Mida Precari